sabato 7 settembre 2019
LA LEGGENDA NERA DI J. LACAN 3
(…) I Greci sognavano che esistesse una vita filosofica e che l'
uomo, non schiavo della gloria né delle ricchezze, conducesse
una vita sobria e regolata; nutrisse la sua anima di nobili
pensieri, di speculazioni elevate e conversasse con se stesso.
Sognavano che chi evitava di affamare e di saziare il proprio
piacere, entrasse non soltanto in un rapporto più intimo con la
verità, ma che - grazie alla ragione - potesse anche giudicare
saggiamente ogni cosa ed esercitare la sua padronanza sugli
altri fini dell'esistenza, al contrario degli ambiziosi e degli
interessati. Questo ideale,che si è coniugato con quello portato
alle più alte vette dalla religione cristiana,lasciava immaginare
che il pensiero-nella forma della Fede o in quella della Ragione,
potesse orientare l'azione e servire da bussola per l'esistenza.
Tutto questo ha raggiunto il suo apice con gli Illuministi.
Ed è forse nella misura in cui l' Illuminismo- di fatto o di diritto -
direttamente o indirettamente - ha generato il Terrore, che da
quel momento il pensiero non orienta più, e Heidegger, per
esempio, può essere stato al contempo uno dei più grandi
pensatori del XX secolo e incontestabilmente un nazista ?
E' forse da questa faglia che è sorto il gusto- che ormai abbiamo
in sorte - di rintracciare in ogni pensiero le contraddizioni -
reali o supposte - tra la vita e la sua dottrina, senza perdere l'
occasione per rimproverare di " non essere all'altezza delle loro
opere", o di essere stati meno grandi di se stessi, con la buona
coscienza dell'anima e la spietata rettitudine dei non -
abbindolati ? (…)
Nathalie Jaudel da La leggenda nera di Jacques Lacan
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