venerdì 19 luglio 2019

SU QUESTA PIETRA ( storia di un suicidio assistito ) 2


(…) Nessuno di loro voleva morire, era normale, era così che
       moriva la maggior parte della gente.Ma chi cercava il suicidio
       assistito no, era diverso: era qualcuno che - come mi aveva
       detto Erika - la morte arrivava a bramarla.
       Anche mia madre, benché fosse una donna di fede, ad un certo
       punto della sua lunga malattia l'aveva bramata e mi aveva
       chiesto di aiutarla a procurarsela. Ma era stato solo per un
       istante, presto era tornata alla solita rassegnazione, all'
       osservanza dei tempi e dei rituali imposti dal cancro. E quando
       la morte era giunta, l'aveva trovata desiderosa di vivere più
       che mai.
       Io - invece - volevo vedere, volevo capire come doveva ridursi
       un uomo per ambire alla morte in modo tanto prolungato e
       intenso, tanto " coerente" da andare fino in fondo e permettere
       a un altro essere umano di dargliela. Che cosa doveva essere
       accaduto a un uomo come questo, più di quanto non fosse
       accaduto alle tante persone sofferenti che avevo incontrato nel
       mondo, per le quali la vita era stata uno spaventoso calvario
       eppure volevano ancora viverla? Cosa pensava, cosa mi
       avrebbe detto,cosa avrei imparato da un uomo come questo,
       disperato o determinato al punto da poter sopprimere i propri
       istinti primordiali, addirittura prevaricare il proprio codice
       genetico?. Sì, perché la biologia e l'etologia hanno dimostrato
       come il codice genetico impedisca a tutti gli esseri viventi di
       livello superiore di uccidere all'interno della propria specie,
       per evitare di indebolirla, e ciò vale tanto per gli altri membri
       della specie quanto per se stessi.Così, per arrivare ad uccidere
       o a uccidersi, bisogna prima poter percepire l'altro - o se
       stesso - come non più appartenente a quella specie: nel caso
       della razza umana, come un essere diverso da un uomo, un
       non - uomo. E' l'unico modo per aggirare il divieto imposto
       dalla genetica, un atto di volontà contro natura: com'era fatto
       dunque un uomo che era stato capace di compiere quell'atto,
       uno che, in tempi in cui alla maggior parte di noi sembra di
       non poter più prendere in mano la propria vita e disporne
       pienamente, era pronto a farlo e l'avrebbe fatto fino alle
       estreme conseguenze? (…)



 Sergio Ramazzotti  da   Su questa pietra ( Storia di un uomo che andava a morire )


Nessun commento:

Posta un commento