Ma se è destino morire scannati, voglio pure farvi beati…
(…) I maiali suscitano in noi meraviglia e apprensione. Ci attirano
e repellono al tempo stesso. E' tutt'altro che semplice riuscire
a collocarsi alla giusta distanza, trovare il giusto grado di
prossimità. I confini che separano il maiale dall'essere umano
rimangono indistinti, confusi e i rapporti tra le due specie
risultano improntati all'ambivalenza. Si potrebbe dire che i
maiali sono troppo simili e insieme troppo diversi da noi. A
volte ci appaiono addirittura come un doppio dell'essere umano,
senonchè quando ci fanno da controfigura, è sempre per
incarnare l'estraneo che ci portiamo dentro. I maiali sono un
ottimo esempio di quello che Freud chiamava il " perturbante ",
quel non so che di sinistro che si annida nelle pieghe dell'
esistenza quotidiana e che tendiamo a rimuovere, celare,
dissimulare. I maiali sono troppo simili e troppo diversi da noi.
Secondo una superstizione popolare,imbattersi nel proprio sosia,
è un presagio di morte imminente.
Il maiale ci mette a disagio perché è un nostro fratello gemello.
Per questo nelle ultime righe della Fattoria degli animali di
Orwell ,una parabola che non risparmia né gli uomini né gli
animali, si legge : " Le creature di fuori guardavano dal maiale
all'uomo, dall'uomo al maiale e ancora dal maiale all'uomo, ma
già era loro impossibile distinguere fra i due ". La stessa
oscillazione si ritrova nel poeta tedesco Gottfried Benn: " Il
signore del creato, il maiale, l'essere umano ". Wiston Churchill,
per parte sua, amava ripetere : " Mi piacciono i maiali. I cani ci
trattano con ossequio. I gatti ci trattano con disprezzo. I maiali
ci trattano da pari grado ".
Già, ma in che senso i maiali ci trattano da pari grado ? Perché
non si può certo dire che noi facciamo altrettanto: diamo loro la
caccia o li alleviamo per cibarcene. La carne suona è tra tutte la
più apprezzata: ogni anno, nel mondo ne vengono prodotti oltre
centosedici milioni di tonnellate. Ma la carne di maiale che
arriva sulle nostre tavole, sotto forma di scaloppine, pancetta o
fette di salame non ha più nulla a che vedere con la forma dell'
animale, a differenza del pesce o del pollame.E' come se - giorno
dopo giorno-mangiassimo un pezzetto di maiale senza rendercene
conto. (…)
Thomas Macho da Il maiale
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