" Donna si infila una calza " di Henri de Toulouse- Lautrec
(…) Quali erano dunque le regole di questo pas de deux in cui il
ruolo di chi conduce la danza a volte si scambia in maniera
piuttosto fluida con quello di chi invece si fa portare? Molto
varie, posto comunque il divario sociale invalicabile tra artista
e soggetto che per lungo tempo ha definito queste relazioni
pericolose. I nobili inizialmente si concedevano di malavoglia
alle tediose sedute di posa,permettendo all'artista di tratteggiare
il volto e lasciando poi che si arrangiasse per conto suo quando
si trattava di dipingere vestiti,cani, cavalli ,arredi e tutto quanto
faceva da contorno nel quadro. Nell'archivio del Palazzo Reale
di Madrid sono ancora conservate due lettere del 1625 e 1628
in cui il conte- duca di Olivares ordinava al primo Cavallerizzo
di facilitare rispettivamente a Velasquez e a Rubens l'accesso a
tutti i pezzi dell'armeria reale per la realizzazione dei ritratti
equestri del re. Circa un secolo dopo, Van Dyck era diventato
così richiesto ( per avere un suo ritratto occorrevano cifre folli
e bisognava mettersi in lista d'attesa ) che la situazione si era
ribaltata ed era lui a ricevere i Reali d' Inghilterra direttamente
nel suo studio, agevolando la loro permanenza con servi,
carrozze, cavalli, suonatori e buffoni. Caravaggio usava invece
come modelli garzoni e amanti come del resto il conte Henri de
Toulouse- Lautrec, la cui opera contribuì a dare un volto
" nobile" al vizio e alla prostituzione che animavano le notti di
Parigi. Anche Pablo Picasso e Gustav Klimt mescolavano arte
e sesso. Quest'ultimo spogliava le signore dell'alta società nel
suo studio viennese, le ritraeva minuziosamente e poi, con
comodo, le rivestiva sulla tela dei suoi tipici abiti- mosaico con
tessere d'oro. (…)
Francesca Bonazzoli e Michele Robecchi da Smascherati ( Storie e segreti dietro ai ritratti più famosi )
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