Stai attenta ad amarmi,
per lo meno ricorda: te l'avevo proibito;
e non che io rimedi al dissiparmi,
allo spreco di respiro e di sangue attingendo
ai tuoi sospiri e alle tue lacrime,
diventando per te quello che tu eri per me;
ma una gioia immensa ci consuma all'istante la vita,
e perché la mia mente non vanifichi il tuo amore:
se mi ami, stai attenta ad amarmi.
Stai attenta a odiarmi
- o trionfando - a stravincere:
e non che io assuma la mia stessa difesa
ripagando con odio, altrui odio,
ma perderei l'impronta di colei che conquista
se io - tua conquista - morirò del tuo odio;
e perché la mia essenza non ti diminuisca,
se mi odi, stai attenta a odiarmi.
Ma amami e insieme odiami
e questi estremi non avranno ufficio:
amami che io possa morire nel più dolce dei modi,
odiami - troppo grande è il tuo amore per me -
e fa' che odio e amore scompaiano, non io,
e sarò il tuo palco - da vivo - non il tuo trionfo:
e perché tu non distrugga il tuo odio, il tuo amore e me stesso,
lasciami vivere, ma amami e odiami insieme.
John Donne da Liriche sacre e profane
Molto interessante, sembra celare una profonda paura di amare e lasciarsi amare sul serio e fino in fondo, ma le mezze e finte misure stanno troppo strette all'amore vero... Bello il brano
RispondiEliminaIn realtà Donne fece molto per amore di quella che poi divenne sua moglie: Anne More, sposata clandestinamente quando lei aveva sedici anni e a causa di questo patì mesi di prigione, l'esecreazione generale e la perdita del lavoro.
RispondiEliminaVisse praticamente di elemosine per circa dieci anni, mentre la famiglia si ingrandiva. Anne morì a 33 anni nel dare alla luce il dodicesimo figlio.