" L'amicizia, tra persone di sesso diverso, è una nobile pianta artificiale, ma richiede doti di giardiniere " , ( Lou Salomé )
(…) Riprendo in mano un libro, nelle mie intenzioni di allora un
pamplhet veloce, scritto anni fa, in cui mi chiedevo: chi sono
gli uomini?chi le donne?quale la relazione tra loro?lotta dura,
completa inimicizia? Oppure una fratellanza inquieta?
Lo rileggo e mi trovo insieme d'accordo e in disaccordo con me
stessa e decido che sì, vale la pena di ripubblicarlo, se però
sarò capace di ripensare i punti del disaccordo. E lo potrò fare
solo scrivendo. Io - del resto - penso solo così, scrivendo.
In questo atto scopro chi sono: sono una donna che non ha
altro modo di scoprire quello che pensa, se non lo scrive.
Così leggo quello che ho scritto, e comprendo che non voglio
ripubblicare lo stesso libro, voglio riscriverlo. Perché non mi
soddisfa. Del resto, non mi soddisfa mai quello che ho fatto,
quello che faccio. Penso sempre che ci sia dell'altro, qualcosa
che sempre sfugge alla presa.
Anche in questo sono una donna: non mi ritrovo e non mi
riconosco mai sazia, mai soddisfatta, sempre china semmai
intorno al mio manque, per riprendere un termine impiegato
per dire un tratto esemplare del femminile. Ben sapendo che il
mio manque riarticola la partita. Che lo manque , come dice
Rachel Bespaloff, è la molla del divenire.
In più, io vorrei sempre una seconda chance. E la dò anche ai
miei lettori, se vorranno inoltrarsi con me nei meandri del
labirinto cui mi avvia la stessa domanda di allora. Rovesciando
però il sottotitolo nel titolo, entrerò nell'inquietudine della
fratellanza tra uomo e donna, partendo dall'oggi, che è molto
cambiato da ieri. Non si può certo negare come in ogni aspetto
della vita quotidiana si sia ormai diffusa un'idea positiva dell'
esistenza femminile, che ha profondamente trasformato i valori
dell'esperienza tutta, degli uomini e delle donne.E se c'è sempre
stato un lato fallico del femminile, come c'è sempre stata un'
invidia del femminile da parte del maschio, oggi la medesima
confusione di pulsione e di desideri di un tempo, si esprime
senz'altro con più libertà e meno remore. Da tempo ormai
abbiamo riconosciuto la qualità mitica della differenza sessuale
e, come la differenza di genere, sia una favola già chiara fin
dalle società primitive. Entrando in una società, il corpo
subisce una traslazione, una metamorfosi, anche se non
necessariamente di natura spirituale nè strettamente
escatologica: è l'evento di una seconda creazione.
Come si narra nella Lettera di Paolo ai Galati, grazie a una
nascita seconda, in quel caso nel segno di Gesù Cristo:
" Non c'è più né Giudeo né Greco, né schiavo né libero,né uomo
né donna" (3, 28 ); allo stesso modo, l'identità umana è
reimmaginata passando appunto dall'ordine del genere,
inscritto nel campo semantico della natura e della generazione,
all'ordine del Nome. All'impero della Lingua . (…)
Nadia Fusini da Una fratellanza inquieta ( Donne e uomini oggi )
Il suo modo di scrivere mi fa venire le vertigini e rimanere senza fiato, troppe cose contemporaneamente, ma ha un aspetto in comune con me quando afferma "penso solo così, scrivendos... sono una donna che non ha altro modo di scoprire quello che pensa, se non lo scrive..."
RispondiEliminaIn un certo senso la modalità vale anche per me vale anche , ma non in assoluto: scrivere mi chiarisce le idee e le ordina ; ma sono molto distante dal :
RispondiElimina" Io penso solo così, scrivendo…".
Per capire " chi" sono, ho anche altre modalità oltre alla scrittura.
Grazie per l'intervento.