lunedì 22 ottobre 2018
SOLA A PRESIDIARE LA FORTEZZA ( Lettere di Flannery O' Connor ) 2
(…) Nell'affrontare una scrittrice come Flannery O' Connor, è da
sottolineare l'importanza del legame fisiologico e psicologico
tra le parti del corpo e tra il corpo e l'esterno, prendere la
malattia come originale contributo alla trasformazione dell'
immagine del corpo e, di riflesso - attraverso le percezioni
così modificate, del mondo. Fino a vederla come " apostasia
degli organi". Una malattia ( lupus erimatoso ) accompagnata
nel suo caso da cure sconvolgenti, dolorose quanto il male.
E poi tornare a leggere la sua fisiognomica simbolica, fondata
su un parallelismo psicofisico, seconda analogia, arte
combinatoria per eccellenza.Sicura quanto basta nel delineare
le sue figure, Flannery lo è per normalissima intuizione, per
dirla con Weininger, uno deve andare a cogliere, volendo,
preziose suggestioni su follia, delinquenza e malattia, per l'
opera di Flannery.
" Non sono mai stata altrove che malata. In un certo senso, la
malattia è un luogo, più istruttivo di un lungo viaggio in
Europa, ed è un luogo dove non trovi mai compagnia, dove
nessuno può seguirti. La malattia prima della morte è cosa
quanto mai opportuna e chi non ci passa, si perde una
benedizione del Signore. Quasi altrettanto isola il successo e
niente mette in luce la vanità altrettanto bene ".
Ma non leggeremo in queste lettere il grafico di una sofferenza,
da lei stessa tracciato sulla propria pelle. Gli accenni sono
minimi, incuranti, volteriani. Li riassume il finale di una
lettera dove, dopo aver ammesso che ormai per lei sono
stampelle a tempo indeterminato, conclude :" Insomma, questo
è quanto". La battuta che aggiunge è per il ricevente: " D'ora
in poi sarò una struttura ad archi rampanti". Comico e
terribile. Fino all'ultimo - con l'infermiera che, dopo l'ennesima
operazione, come apre bocca la fa ridere, aumentando il
dolore "del 100% . Ma va' a capire se il Signore ti sta dando
un premio o una punizione." Dopo un tentativo di salvarla in
extremis, nel rimandare la convalescente a casa per un breve
periodo, il dottore, non sapendo che sotto il cuscino lei tiene un
quaderno dove va annotando l'ultimo racconto, le consiglia di
non affaticarsi: potrà giusto permettersi di scrivere qualche
paginetta narrativa, tanto la cosa è ritenuta innocua. In più di
un'eccezione si è pazienti. Ma Flannery non avrebbe dovuto
arrendersi più a lungo - per morire . Aetatis suae 39.
" Razza di fessi,non lo sapevate che era il Giorno del Giudizio?"
(…)
Flannery O' Connor da Sola a presidiare la fortezza ( Lettere a cura di Ottavio Fatica )
Molto intensa e condivido il passaggio in cui definisce la malattia un viaggio solitario di consapevolezza e verità...
RispondiEliminaInfatti. E bisognerebbe anche osservare molto i termini usati: in particolare,
RispondiEliminadovrebbero dirci molto quei " SOLA " e " FORTEZZA" del titolo.
Anzi,già dicono pressoché tutto.
Grazie del commento.