martedì 2 ottobre 2018

LETTERE A BRUNA 3


Parigi, 20 /XI / 1966

(…) Anima mia,
       oggi è domenica. Un altro giorno è passato lontano da te, un
       altro giorno è passato che mi avvicina - nell'anima - di più a te
       L'invadi tutta - ormai -l'anima mia,traboccante d'amore per te,
       piena, sempre più colma della ricchezza di vita, di luce, di
       sogno, di verità che le offri, amore mio.
       E non Ti stancherai? Non ti stancherai più? Non ti stancherai
       mai?
       Mi guardo allo specchio, vedo il mio viso avvizzito e mi sento
       colpevole di un grande errore. Perché è nato in te, ho mosso in
       te l'inganno di amarmi?Perché coltivo in me la colpa di
       amarti? Perché mi attacco a tanto amore con una disperazione
       che va crescendo sempre di più ?
       Questo amore incredibile , che è verità e inganno, che è
       consolazione come niun'altra sulla terra potrebbe essere, ed è
       disperazione, che è per me sete di forza e vergogna di sentirmi
       tanto debole da non capire che non è più l'ora per me di tali
       sentimenti, ma l'ora d'una meditazione del tutto diversa.
       E' domenica. Sono qui, nella mia stanza d'albergo. Sono qui,
       solo con te. Sono sempre solo con te, anche in mezzo alle cento
       persone d'ogni colore delle nostre riunioni dell' Unesco, anche
       in mezzo alle strade piene di folla.
       Non sono mai solo, sei sempre con me:nessun'altra compagnia
       posso più avere, se non la tua. Sempre.
       Ti amo, non puoi sapere quanto ti amo, molto più di me stesso,
       molto più di tutto, più persino della mia poesia se tu, amore,
       anima mia, non fossi la mia poesia.
       Non mi perdono di amarti, piango nel dirti che ti amo, piango
       e non sono un piagnucolone. Ma non posso non amarti.
       Perdonami, sono tanto debole e tanto forte per causa tua. Sei
       la causa del mio rimorso, e hai il merito di dare un motivo, un
       forte motivo ai pochi giorni che mi restano.
       Ti bacio, perdonami l'audacia demente che ho di baciarti.

                                          Ungà  (…)


                      Giuseppe Ungaretti   da   Lettere a Bruna

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