Caravaggio " Scudo con testa di Medusa " ( particolare)
(…) " Spaventevole " è il termine che Freud sceglie per evocare l'
inquietante estraneità, il tumulto degli affetti scatenati dall'
immagine " orripilante" della Medusa: " la vista della testa di
Medusa - per l'orrore che suscita - irrigidisce lo spettatore, lo
muta in pietra " ( S. Freud , La testa di Medusa ). Il volto della
Gorgone crea un'immediata fissazione: incrociarne gli occhi
significa cessare di essere se stessi e precipitare in uno spazio
senza confini e distanza in cui l' Uno e il Due si sovrappongono
e confondono. E' questa la regione della vertigine
insopportabile, di quello spaesamento quasi innominabile che
si genera - talora - nel massimo dell'intimità e del contatto.
Quella " sorta di spaesamento che risale a quanto ci è noto da
lungo tempo" ( S. Freud, il Perturbante ) designa - allora - il
contagio osceno con la materia, con la cosa senza nome, con
il ventre- utero la cui oscura e minacciosa voragine cattura e
pietrifica allo stesso tempo. Tra le figure mitiche, Medusa è
forse la più estrema delle rappresentazioni immaginali: unica
mortale delle tre Gorgoni - il suo nome evoca
contemporaneamente un'enorme mostruosità e gli abissi
cavernosi del mare e della terra - dimora al di là dell' Oceano,
sul confine ultimo della Notte, alle porte dell' Ade. E' la
guardiana tra i due mondi: quello dei vivi e quello dei morti;
quello delle cose visibili e quello delle cose insostenibili allo
sguardo; quello dell'ordine e della ragione e quello della
dismisura e della follia. E poiché partecipa dei due regni, la
natura di Medusa è doppia e irrinunciabilmente ambigua, di
quella tremenda ambiguità che Rilke, nella Prima Elegia ,
riconosce nella bellezza " Perchè il bello non è / che il
tremendo al suo inizio, noi lo possiamo tollerare / ancora…
Degli Angeli ciascuno è tremendo ".
Non possiamo pensare alla Gorgone come ad un Angelo, e
tuttavia anch'essa è segnata dalla marca della seduttività e -
insieme - di ciò che spaventa; in questo senso la sua figura è
immersa e fa emergere le stesse sensazioni che suscita quanto
ha a che fare con la sessualità, quanto ci ricorda che "siamo
nati e siamo incisi dalla morte"( J. Clair, La vision de Meduse)
(…)
Gabriella Buzzatti & Anna Salvo da Il corpo - parola delle donne ( I legami nascosti tra il corpo e gli affetti )
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