lunedì 27 agosto 2018

NEL SILENZIO LA CONOSCENZA

 
 

                   L'uomo in silenzio è più bello da ascoltare ( proverbio giapponese ).


(…)Sono cose bellissime quelle che Romano Guardini ha scritto sul
      silenzio: ne vorrei citare alcune che  ne fanno riemergere la
      dimensione interiore.
    " Solo nel silenzio si attua la conoscenza autentica. Conoscenza
      non è semplicemente notizia. Anche se questa è senza dubbio
      buona e indispensabile. Si sa per esempio che una persona è
      malata e soffre. Ci si preoccupa, si cercano rimedi, o si chiama
      il medico, e tutto è in ordine. Invece chi mira alla conoscenza si
      domanda: che cosa è mai questo, il dolore? Che cosa segue a
      causa del dolore in un'esistenza quando il dolore viene
      interiormente accettato, vissuto, oppure respinto? E, nel caso
      di quest'uomo che soffre, come incide il dolore nella sua vita?
      Sono domande che non trovano risposta finchè se ne parla. O
      forse una risposta estrinseca, non di certo una intrinseca che
      comprende e coglie l'essenza. A chi parla sfugge precisamente
      ciò di cui importa: l'intimo termine di confronto, lo sguardo
      sull'esistenza che ha davanti, l'intuizione che colga il modo
      come questa singola  e irripetibile esistenza si svolge. Per tutto
      ciò io devo concentrarmi,devo far silenzio, pormi interiormente
      dinanzi a ciò che intendo, penetrarlo identificandomi con il suo
      sentimento. Allora,nei buoni momenti,mi si fa chiaro: in quest'
      uomo sofferente  avviene così e così. Questo solo è conoscenza,
      alba di verità. Chi non sa tacere, non la sperimenta mai".
      Ancora una citazione, dello stesso autore, che ci avvicina
      sempre più al tema della comunicazione, del silenzio che dilata
      gli orizzonti della comunicazione e della conoscenza della
      vita interiore.
    " E ciò che vale della conoscenza vale anche del rapporto
      umano.Esso consiste in buona parte nel dare agli altri qualcosa
      di se stessi: una simpatia, un aiuto, una compagnia, fino alle
      forme di comunione completa. Ma può uno dar via qualcosa di
      se stesso, se non possiede affatto se stesso? Chi non fa che
      parlare, non si possiede realmente giacchè scivola via di
      continuo da se stesso, e ciò che egli dona agli altri non sono
      che vacue parole".
      Certo, bisogna difendersi dall'ininterrotto fiume di chiacchiere
      che sommergono il mondo; ma il chiasso esteriore non è se non
      una metà delle logomachie delle quali siamo prigionieri.
      L'altra metà è il chiasso interiore: " Il caos dei pensieri, il
      groviglio dei desideri, le inquietudini e le angosce dello spirito,
      il peso delle depressioni, il muro delle ottusità e tutte le altre
      cose che si ammucchiano nel nostro mondo intimo come detriti
      sopra una sorgente occlusa". Ma infine : " Quante cose
      superflue noi diciamo in un giorno, quante cose sciocche!
      Dobbiamo imparare a capire che il silenzio è bello, che non è
      un vuoto, ma vita genuina e colma. Di più ancora, bisogna
      imparare il silenzio interiore, i calmi indugi sulle domande
      importanti, sui compiti gravi della vita,sui problemi riguardanti
      una persona che ci sta a cuore. Allora faremo una singolare
      esperienza: che il nostro mondo interiore è vasto e che in esso
      si può andare sempre più a fondo ".  (…)


           Eugenio Borgna   da   Parlarsi ( La comunicazione perduta )


3 commenti:

  1. Parole che fanno riflettere mentre la musica meravigliosa di Cacciapaglia ti trascina via, la mia preferita è quella dell'albero della vita composta per l'Expo di Milano e scelta come base per il programma libero di artistico da una giovane coppia di pattinaggio di figura, il mio sport preferito

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  2. Mi piace - comunque sia - questo compositore. Mi regala grandi emozioni.

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  3. E sul valore del silenzio non dico altro, essendomi già ampiamente espressa al riguardo su questo Blog.
    Grazie per l'intervento.

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