L'uomo in silenzio è più bello da ascoltare ( proverbio giapponese ).
(…)Sono cose bellissime quelle che Romano Guardini ha scritto sul
silenzio: ne vorrei citare alcune che ne fanno riemergere la
dimensione interiore.
" Solo nel silenzio si attua la conoscenza autentica. Conoscenza
non è semplicemente notizia. Anche se questa è senza dubbio
buona e indispensabile. Si sa per esempio che una persona è
malata e soffre. Ci si preoccupa, si cercano rimedi, o si chiama
il medico, e tutto è in ordine. Invece chi mira alla conoscenza si
domanda: che cosa è mai questo, il dolore? Che cosa segue a
causa del dolore in un'esistenza quando il dolore viene
interiormente accettato, vissuto, oppure respinto? E, nel caso
di quest'uomo che soffre, come incide il dolore nella sua vita?
Sono domande che non trovano risposta finchè se ne parla. O
forse una risposta estrinseca, non di certo una intrinseca che
comprende e coglie l'essenza. A chi parla sfugge precisamente
ciò di cui importa: l'intimo termine di confronto, lo sguardo
sull'esistenza che ha davanti, l'intuizione che colga il modo
come questa singola e irripetibile esistenza si svolge. Per tutto
ciò io devo concentrarmi,devo far silenzio, pormi interiormente
dinanzi a ciò che intendo, penetrarlo identificandomi con il suo
sentimento. Allora,nei buoni momenti,mi si fa chiaro: in quest'
uomo sofferente avviene così e così. Questo solo è conoscenza,
alba di verità. Chi non sa tacere, non la sperimenta mai".
Ancora una citazione, dello stesso autore, che ci avvicina
sempre più al tema della comunicazione, del silenzio che dilata
gli orizzonti della comunicazione e della conoscenza della
vita interiore.
" E ciò che vale della conoscenza vale anche del rapporto
umano.Esso consiste in buona parte nel dare agli altri qualcosa
di se stessi: una simpatia, un aiuto, una compagnia, fino alle
forme di comunione completa. Ma può uno dar via qualcosa di
se stesso, se non possiede affatto se stesso? Chi non fa che
parlare, non si possiede realmente giacchè scivola via di
continuo da se stesso, e ciò che egli dona agli altri non sono
che vacue parole".
Certo, bisogna difendersi dall'ininterrotto fiume di chiacchiere
che sommergono il mondo; ma il chiasso esteriore non è se non
una metà delle logomachie delle quali siamo prigionieri.
L'altra metà è il chiasso interiore: " Il caos dei pensieri, il
groviglio dei desideri, le inquietudini e le angosce dello spirito,
il peso delle depressioni, il muro delle ottusità e tutte le altre
cose che si ammucchiano nel nostro mondo intimo come detriti
sopra una sorgente occlusa". Ma infine : " Quante cose
superflue noi diciamo in un giorno, quante cose sciocche!
Dobbiamo imparare a capire che il silenzio è bello, che non è
un vuoto, ma vita genuina e colma. Di più ancora, bisogna
imparare il silenzio interiore, i calmi indugi sulle domande
importanti, sui compiti gravi della vita,sui problemi riguardanti
una persona che ci sta a cuore. Allora faremo una singolare
esperienza: che il nostro mondo interiore è vasto e che in esso
si può andare sempre più a fondo ". (…)
Eugenio Borgna da Parlarsi ( La comunicazione perduta )
Parole che fanno riflettere mentre la musica meravigliosa di Cacciapaglia ti trascina via, la mia preferita è quella dell'albero della vita composta per l'Expo di Milano e scelta come base per il programma libero di artistico da una giovane coppia di pattinaggio di figura, il mio sport preferito
RispondiEliminaMi piace - comunque sia - questo compositore. Mi regala grandi emozioni.
RispondiEliminaE sul valore del silenzio non dico altro, essendomi già ampiamente espressa al riguardo su questo Blog.
RispondiEliminaGrazie per l'intervento.