giovedì 28 settembre 2017
IL MIO PENSIERO NON VI LASCIA ( INTRODUZIONE )
Ci sono prosatori che nelle lettere raggiungono una sorta di perfezione assoluta, riuscendo - nel breve volgere di una frase - a toccare vertici di bellezza e di intensità. Che Cristina Campo sia uno di essi lo hanno dimostrato le Lettere a Mita e Caro Bul, oltre a questo epistolario che raccoglie le lettere scritte agli amici del periodo fiorentino.
Nel 1956, Cristina è costretta ad abbandonare Firenze per Roma ( a causa del lavoro del padre musicista ) e gli anni romani saranno costantemente pervasi dal ricordo struggente di quel giardino incantato che era la cerchia degli " amici d'infanzia" : Piero Draghi, Mario Luzi, Anna Bonetti, Giorgio Orelli. A tutti loro scrive dal suo " esilio" parole di nostalgico affetto. Ma il più rimpianto è senza dubbio Gianfranco Draghi, quel Gian che guarda i suoi stessi fari ( Hofmannsthal e Simone Weil ), lo scrittore e poeta di cui ammira la personalità e l'opera, l'amico che "conosce - sempre e sottilmente - il disegno del tempo e trova la parola magica per incidervi".
A lui, una Cristina ancora dolente per una pena d'amore, chiede di
assicurarle che " la felicità esiste"; con lui parla di Roma, che va scoprendo con meraviglia, delle sue letture ( Montaigne, Lawrence,
Auden e Pasternak), dei suoi momenti bui e dell'importanza della loro amicizia nella sua vita.
Per ogni corrispondente, la Campo trova un'intonazione diversa, ma sempre la sua voce suona alle nostre orecchie con una giustezza e una limpidezza incomparabili.
frida
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