giovedì 15 giugno 2017
PSICOPATOLOGIA DA CELLULARE 4
L' ANGOSCIA DELL' ANONIMATO
(...) Il bisogno di visibilità la dice lunga sul terrore dell'anonimato
in cui gli individui, nella nostra società, temono di affogare.
" Anonimato" qui ha una duplice e tragica valenza: da un lato
sembra la condizione indispensabile perché uno possa mettere
a nudo - per via telefonica o per via telematica - i propri
sentimenti, i propri bisogni, i propri desideri profondi, le
proprie per- versioni sessuali; dall'altro, come osserva Di
Gregorio," è la denuncia dell'isolamento dell'individuo" che
ciascuno cerca a suo modo di colmare attraverso contatti
telefonici o telematici dove, senza esporre la propria faccia, si
soddisfa il bisogno di essere al centro dell'interesse di
qualcuno, di non sentirsi soli al mondo e del tutto isolati, in
un solipsistico rapporto privato tra sé e quel vuoto di sé che
ciascuno di noi avverte quando può vivere solo se un altro lo
contatta.
Come i bambini possono cominciare ad abitare il mondo, a
padroneggiare la realtà e ad instaurare relazioni affettive
tramite gli orsacchiotti e i giocattoli preferiti ( oggetti
transizionali n.d.r ), così sembra che noi adulti non siamo più
capaci di abitare il mondo e di garantirci e le relazioni
affettive senza quel tramite che è il cellulare o il computer
portatile, in nulla dissimili dall'orsacchiotto o dal giocattolo
preferito dal bambino.
Che dire a questo punto? Che le nuove tecnologie, di cui
andiamo tanto fieri, portano ad una progressiva
infantilizzazione di tutti noi e, in generale, della società in cui
viviamo. (...)
Umberto Galimberti da I Miti del nostro tempo
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