mercoledì 21 giugno 2017
PENSIERI DI UNO PSICANALISTA IRRIVERENTE 5
(...) Io, alla psicoanalisi, auguro cento, cento e cento anni di vita.
Sono un po' preoccupato perché talvolta corre il rischio di
continuare a ripetere se stessa, mentre credo che dovremmo
seppellire molti concetti che - nella pratica clinica - non ci
sono più utili. Dovremmo avere il coraggio di gettare quello
che non ci serve per poter utilizzare strumenti, tecniche,
modalità, idee totalmente nuove, alcune delle quali potrebbero
essere addirittura rivoluzionarie. Mi aspetto che il buon senso
prevalga, che sia possibile, piuttosto che veder morire una
psicoanalisi ingessata talvolta in una disciplina da dinosauri,
continuare a vederla vivere, trasformata ancora una volta in
qualcosa di vivo e di totalmente creativo. Mi ricordo che allo
scorso congresso IPA di Praga, avevo detto che ero stanco di
pensare alla psicoanalisi come ad uno strumento che serviva a
tradurre le cose dette in un linguaggio in un altro linguaggio,
come nel caso della Stele di Rosetta, in cui la stessa frase era
scritta in geroglifico e in greco, il che ci ha permesso di
decifrare il significato dei geroglifici. Io oggi penserei alla
psicoanalisi non più come a qualcosa di capace di decifrare e
trasportare un messaggio in un linguaggio diverso, ma sarei
contento di veder rompere, fare a pezzetti la Stele di Rosetta,
metterla dentro un forno e vedere che cosa ne viene quando
l'abbiamo " cucinata a dovere". (...)
Antonino Ferro da Pensieri di uno psicanalista irriverente
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