Muoio se non muoio...
(...) Nel tempo delle estasi non ci sono più passato né futuro, ma
solo un presente che si trasforma in un istante senza fine, e che
non ha analogie con il tempo della vita quotidiana: normale
e patologico. Nel suo bellissimo libro della vita, Teresa d'
Avila così parla del tempo nel corso dell'estasi : " Ricevetti la
comunione, assistetti alla Messa e non so come feci. Il tempo
trascorso mi parve brevissimo. Mi stupii quando suonò l'
orologio e mi accorsi che avevo trascorso due ore in preda a
quel rapimento e gloria "; e ancora : " Come l'araba fenice
- ho letto - dopo essere bruciata rinasce dalle sue ceneri, così
è trasformata l'anima e si ritrova con differenti desideri e gran
coraggio". (...)
MUOIO SE NON MUOIO
Vivo ma non vivo in me
e attendo una tal vita
da morirne se non muoio.
Vivo fuori di me
e muoio d'amore
perché vivo nel Signore
che mi volle tutta sua.
Quando gli donai il cuore
lui incise la frase
muoio se non muoio.
Questa prigione divina,
l'amore in cui vivo,
ha reso Dio mia preda
e libero il mio cuore.
Fa nascere in me un tale anelito
scoprire Dio mio prigioniero
da morirne se non muoio.
E' lunga questa vita,
e lunghi i deserti,
il carcere, i ceppi
in cui l'anima si trova.
Il solo attenderne la dipartita
provoca un dolore tanto acuto
da morirne se non muoio.
Questa vita è amara
se il Signore non vi trova
motivo di gioia.
Se dolce è l'amore
non lo è la lunga attesa.
Spicca da me - Dio - questo carico
più pesante dell'acciaio:
muoio se non muoio.
Vivo solo nell'attesa
di morire,
perché venendo meno il vivere,
è certezza la speranza.
Morte, guadagno di vita,
non tardare: io ti attendo e
muoio se non muoio.
Teresa D' Avila da Vivo ma non sono in me
Pensierino scettico. Ho letto (almeno in parte) "Il Castello interiore" di Teresa d'Avila. Forse perché, tanti anni dopo, qualcuno ha sostenuto che "I peggiori abbagli vengono dall'IO interiore", mi sono chiesto se questa fosse davvero la strada. Penso che le strade interiori siano sempre diverse e ci siano momenti che segnano la nostra esistenza, ma mi è sempre sembrato artificioso segnare la strada con paletti o "regole" buoni per tutti.
RispondiEliminaNon ho mai pensato che ci siano " regole interiori" che valgano per tutti. Tanto è singolare la personalità di ognuno ( non ci sono mai due persone perfettamente uguali , proprio come le impronte digitali) così credo che ci debbano e possano essere indicazioni fornite da un'esperienza personale e di cui si può tenere conto, se si vuole. Ma poi è bene che ognuno scelga la propria strada ( e non solo il percorso umano, ma anche in rapporto al divino) secondo le caratteristiche che gli sono peculiari.
RispondiEliminaPenso ( mi sento autorizzata a credere ) che lo stesso Creatore abbia
avuto in mente l'uomo come qualcosa di diverso da un componente del gregge.