martedì 7 marzo 2017
ORAZIO : ANNI E AMORI FUGGENTI
(...) La concezione della vita di Orazio si fondò, oltre che sulla
ricerca della gloria letteraria, su quella del piacere che,
tuttavia, non superasse mai la misura e avesse poi sempre,
come conclusione, una vaga malinconia o - a volte -
l'ossessione del pensiero della vecchiaia e della morte
( horrida senectus " la terribile vecchiaia " e serius / ocius sors
exitura " presto o tardi uscirà dall'urna il tuo turno di morte".
Ad ogni modo, gran parte dei Carmina oraziani sono ispirati
da amori passati o perduti, e da situazioni guardate con una
sorta di binocolo rovesciato che finiscono per trasformare in
un " anziano" vagheggiatore di ricordi il poeta che ancora non
lo è; oppure - stranamente - da amori altrui o da rimproveri a
belle fanciulle che, con i loro amplessi, snervano i loro giovani
amanti distogliendoli dalle virili attività degne dei giovani
quiriti.
Ode XIII del I Libro delle Odi :
Quando tu, o Lidia, lodi il roseo collo
di Telefo, e di Telefo le bianche
braccia, ahi, per funesto ingorgo di bile
sento bruciare e inumidirsi il fegato!
Allora né la mente né il colore
del viso si conservano immutati;
segrete stille solcano le gote
svelando il lento fuoco che mi strugge.
Brucio se al vino zuffe si disfrenano
deturpando i tuoi omeri splendenti,
o se il giovane folle impresse
un memore segno di denti sul tuo labbro.
Ascoltami - ti prego - non sperare
che t'ami sempre chi barbaramente
offende i dolci baci tuoi che Venere
asperse nel suo nettare più puro.
Felici tre e più volte quanti un saldo
nodo d'affetti avvince e l'amore,
mai scisso da moleste querimonie,
separerà soltanto al giorno estremo. (...)
da Amore e sessualità negli autori latini di Luca Canali
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