martedì 27 dicembre 2016
TI PARLO DI ME - Lettera di Hemingway
A Mary Welsh
Hemmeres, Germania , 13 settembre 1944
Mia carissima piccola amica,
ieri siamo entrati in un territorio indiano dopo un bellissimo giorno selvaggio tutto inseguimenti e sparatorie e ci siamo messi giù tranquillamente in una cascina deserta dove abbiamo trascorso la notte. E' stata una notte paurosa dato che eravamo ben avanti rispetto agli altri, ma abbiamo mangiato dei polli che avevamo ammazzato con le pistole e abbiamo offerto un pranzo a Col e a un
comandante di battaglione e abbiamo bevuto tutto e abbiamo festeggiato. E' stata una bella giornata e abbiamo seguito i carri
armati verso i boschi e finalmente li abbiamo visti correre. E abbiamo visto l'artiglieria beccarli quando hanno dovuto rimettersi per strada. Questa campagna è tutto un susseguirsi di colline boscose e di terreno ondulato con delle cime spoglie da cui puoi vedere tutto ciò che si muove. Ti metti lassù ed è come se tu fossi il padrone di tutto. Poi fatichi per arrivare a un'altra cima da cui sei padrone del tratto successivo. A volte c'è una foresta fitta come a casa o in Canada e sembra strano essere uccisi dato che pare di
essere nell'alto Michigan e allora ti senti molto fiducioso come a casa tua.
La gente è stata mandata tutta via quando siamo entrati, ma è andato John a metterne insieme un po' perché pulissero e cucinassero e un uomo anche per mungere le vacche perché non
gli facesse male e io ho badato al gatto e al cane, bello, simpatico
e intelligente e talmente confuso , che è tristissimo perché tutti se ne sono andati e non c'è più il solito tran-tran a cui era abituato.
Poi ce ne andremo anche noi e immagino che la gente tornerà e il posto sarà bello e pulito e i cani non hanno né cittadinanza né nazionalità.
Ti ho amato la notte mentre ero sveglio e la mattina presto quando ancora non mi ero del tutto svegliato e ti ho ricordato e ho ricordato quanto bella eri e quanto abbiamo scherzato e ci siamo
divertiti insieme. Cetriolino, sento molto la tua mancanza. Ti amo
come ben sai. Abbiamo parecchi piccoli problemi qui e alcuni anche grossi ma spero di essere con te tra alcuni giorni. Mi
riscriverai quando ricevi questa?
Questa non è granchè come lettera, ma volevo scriverti. Non so se hai ricevuto le altre lettere, né se sei ancora a Parigi.
Mary mia carissima, mi dispiace di essere così noioso. Ti scrivo le lettere come mio figlio Gigi: tutte piccole frasi dirette come ti amo.
E. Hemingway, Corrispondente di Guerra
Ernest Hemingway da Ti parlo di me
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