martedì 6 maggio 2025

LA FIGLIA DI MARIA

 


                                                                    No, non è un uccello questa paura...



Nelle poesie di questo testo, l' autrice racconta con intensità e onestà la sua condizione di madre di una figlia malata, esperienza che ha contribuito ad accrescere l' amore per questa piccola bambina. Un libro che testimonia le difficoltà quotidiane di una madre coraggiosa.



IL NIDO


La casa piange e io

asciugo legna per il tuo corpicino

( giocattolo che si allaga 

margherita annegata ).

La casa piange.

Ma anche la vita si alimenta

cerca la sua fessura per rimanere

lotta

filo che non si spezza

vita per spaventare

il dolore.

Come asciugare questa lacrima di non averti

nell' angolo rotto della casa ?



                                            ***


GLI UCCELLI


No

non sono uccelli

sono ali di cenere

con la lingua d' acciaio delle locomotive

no

non sono uccelli

sono resti di un uccello mitologico

nave ebbra o lupa partoriente

che si apre

sopra le cupole

non sono uccelli gli stami

dei fiori funerei

la testa sepolta

                    struzzo di ogni agosto

transeunte che infrange

                     i sogni

sono ali di cenere

fragili corpi addormentati

nei santuari della voce

no

non è un uccello questa paura

che si annida in bocca.



                                                  ***


CODA


Avanzo lungo il corridoio dove transitano i morti.

Cerco il fulgore che avviene alla vita.

( Tu sei testimone della mia lotta ).

Ritorno attraverso il corridoio bianco con la figlia intatta.

Qualunque cosa accada, ho vinto.



                                                 ***


IL PRESAGIO


Frugo nell' armadio della morte

un lutto che mi copra le costole.

Mi vesto di rappezzi.

Non c' è tessuto

che possa proteggere

questo cadavere.



                                                ***


IL PIANTO


Il fiele è più dolce di questo scricchiolare

di sedie quando si rompono.

Cristalli si spaccano lasciando negli occhi

resti di

vetro.

Non piange più.

I  frammenti scivolano.

Non c'è ferita.

Soltanto una fitta che si allevia

con il pianto.



                                 Maria  Zambrano   da   La hija ( la figlia )



8 commenti:

  1. Ma sai che senza tuo preambolo non avevo percepito prepotente questa condizione di madre di figlia malata tranne che nel ritorno di corridoio; una situazione di disagio, certo, ma con riferimenti vaghi, attribuibili forse ad una filosofia diffusa, che preme e occlude comunque ogni pertugio di serenità.
    Poi mancherò io di sensibilità, come ultimamente mi accade..

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  2. Sì e no. Infatti la Zambrano fu , più che poeta, filosofa ( della " carne" , dell' " amore " e del " pensiero ) "e credo che quello che ho proposto qui sia l' unico testo ( peraltro piuttosto ermetico ) dedicato alla figlia. Presuppongo dalle scarne notizie che si riescono a trovare riguardo a questa vicenda, che abbia voluto vivere la sua vita familiare e privata con grande riservatezza.

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  3. grazie.
    l'avevo sentita nominare ma non avevo ancora avuto l'occasione di leggere qualcosa.
    un po' come franco ho pensato a una relazione ipotetica o fantasiosa trasposizione temporale.
    comunque di grande intensità emotiva.
    lieto giorno

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  4. Sono contenta che queste poesie abbiano toccato le tue corde emotive e tu vi abbia trovato buoni spunti di riflessione . Ti ringrazio per il commento e ti auguro una buona giornata ( qui è piovosetta ! )
    ciao

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