Gustave Courbet - La quercia di Flagey -
LA NOTTE PALOMBARA
Com'era dolce ieri immaginarmi
albero !
Mi ero quasi in un punto
radicata
e lì crescevo in lentezza
sovrumana.
Io ricevevo brezza e tramontana,
carezze e scuotimenti, che
importava?
Non ero io a me stessa gioia
né tormento,
io non potevo togliermi al mio
centro,
io senza decisioni o movimento,
se mi muovevo era per il vento.
Patrizia Cavalli da Sempre aperto teatro
Vorrei essere un larice, recitava il poeta altoatesino...
RispondiEliminaAmo gli alberi
Anch'io.
RispondiEliminaCon le radici ben salde nel terreno e i rami che si elevano verso il cielo...
L'albero ed io
RispondiEliminaBrano di Francesco Guccini
Quando il mio ultimo giorno verrà dopo il mio ultimo sguardo sul mondo
Non voglio pietra su questo mio corpo, perché pesante mi sembrerà
Cercate un albero giovane e forte, quello sarà il posto mio
Voglio tornare anche dopo la morte sotto quel cielo che chiaman di Dio
Ed in inverno nel lungo riposo, ancora vivo, alla pianta vicino
Come dormendo, starò fiducioso nel mio risveglio in un qualche mattino
E a primavera, fra mille richiami, ancora vivi saremo di nuovo
E innalzerò le mie dita di rami verso quel cielo così misterioso
Ed in estate, se il vento raccoglie l'invito fatto da ogni gemma fiorita
Sventoleremo bandiere di foglie e canteremo canzoni di vita
E così, assieme, vivremo in eterno qua sulla terra, l'albero e io
Sempre svettanti, in estate e in inverno contro quel cielo che dicon di Dio
Bellissimo questo brano di Guccini ( come tanti altri suoi... ) . Se mi fosse venuto in mente l' avrei certamente postato...
RispondiEliminaGrazie per avercene richiamato il testo.