domenica 18 agosto 2024

IL MONDO INTATTO DI LAURA

 


                                                Ho sempre amato quell'ora del giorno...




L' ESILIO


Era scorgendo una trama diversa

del sole spalmato sull'erba

una diversa intelaiatura di raggi.


Credevo di poter decifrare

le segrete equazioni che dettavano

l'esilio mio da me, il mio arcano


starmi senza.



                                                  ***


K


Ti toccavo le mani

e non sentivo le mie. Le tue,

due quarzi freddi.

Tagliuzzavi la bistecca avvizzita in mille pezzi

e ammucchiavi i bocconi ai bordi.

Il rumore del coltello

somigliava a una risata.

Ed eri così magra.


Mi hai raccontato di quando

quella notte in macchina col tubo del gas.



                                                 ***


E


Cammina per le vie della città

vestita di paillettes.

Il suo bagliore come una tivù.

E' vestita di paillettes e cammina.

Poi siede alla banchina.

Osserva uno stormo sventare il cielo.



                                                      ***


Ho sempre amato quell'ora del giorno

in cui il sole non alle spalle

ma davanti al corpo getta l'ombra del corpo.


Allora camminavo come uno spettro

fradicio di luce nel giardino dell'ospedale.


E poggiando i piedi, ogni passo

da se stesso preceduto

coincidendo perfettamente mi sembrava

che fosse proprio dove doveva essere.


La mia gemella oscura mi indicava la via. Io

non ero che lo strascico calmo

la redine troppo a lungo tirata e lasciata

per aver fatto sanguinare il palmo.


Noi amavamo quell'ora del giorno.

Camminavamo come spettri

nel giardino dell'ospedale, eravamo

entrambe dissolventi


esiliate e incompiute

un malinteso di luce.



                                             ***


Un taglio qui.

Un altro qua. Vedi, così.

Tutto può essere una lama

ogni cosa alla giusta angolatura si affila.


Così il tuo dente scheggiato

ma anche una stella smagrita

o la lettera che ogni giorno mi scrivi

col tuo inchiostro bianco più bianco

di questa quiete che si aggruma

agli angoli della bocca.


Presto verrà la notte con la sua ghigliottina

farà un taglio netto, un tonfo.

Decapiterà il giorno.


Berrà tutta la luce

che scalpita dentro il suo sangue.




                  Laura Recanati   da    Il mondo intatto




2 commenti:

  1. Un libro di "Piccole morti" leggevo sulla minuscola descrizione Feltrinelli. Sembra anche a me di scorgere la celebrazione dell'assenza, forse il rammarico - necessità - di non poter scrivere anche lei con "l'inchiostro più bianco del bianco". Un devastare che lascia il mondo intatto, ma non chi l'ha percorso e ora riferisce.

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  2. C'è una continua richiesta di luce, in questa opera prima di Laura Recanati, una volontà di prenderla per poi fuggirla, creando un chiaroscuro di melodie, di stanze solitarie, di " piccole morti" - come sottolinei anche tu - e di tentativi di salvezza che conducono ad un taccuino delle assenze, lasciando il mondo così com'è : intatto.
    Libro impegnativo, che richiede tempo ( almeno a me) per essere metabolizzato.

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