Qui c'è aria di aldilà...
Qui c'è aria di aldilà,
di più non so dire.
Qui sembra tutto finito
e se mi dicessero
che il vento è il mio fiato
ci crederei stringendomi a me
per l'ultima volta.
Invece domani mi sveglierò
alla solita ora
da questa morte provvisoria
che viene a parlarmi
di notte, quando si annoia.
E' discreta, non mi chiede
di seguirla nel crepuscolo cinereo,
sa bene che si nasce e si muore
più volte senza scongiuri,
fino all'alba.
La morte entra ed esce da me,
mi acquieta, non ne ho paura.
***
Lo stipite della porta
l'ho toccato specie da bambino,
quante volte accarezzato
come il corpo di una ragazza
nell'adolescenza furtiva,
nel sonno del desiderio,
in un istante che stringe
la gola e le mani.
La casa nasconde le parole non dette,
un sussurro tra le sedie
il commuoversi per l'aldilà,
quando il corridoio
aspetta il ritorno
di parole distratte
prima che si faccia sera.
***
Un'età mortale
mi assegna l'adolescenza
e sento nelle braccia
la corsa del tempo
se nego che sono stato
in equilibrio
sul freddo delle panchine,
quando l'autunno
spingeva il nutrimento
di un bacio tremulo.
Ora la mia macchina
procede sulla statale,
guarda il solito incrocio
dove l'ho vista per l'ultima volta :
un disabitato incontro
che nega la maturità
rimasta vapore.
***
E' una trama lieve la nebbia
che viene dal mare,
caduto l'imbrunire
nel sonno,
dispersi tutti nella flottiglia
di lucine mobili.
Ora è notte fonda :
non posso credere
che voltato l'angolo,
allontanata la spiaggia,
l'aria si dissolverà
come polvere da sparo
nel tragitto sui flutti
dell'autostrada.
Alessandro Moscè da Aspettiamo la mezzanotte
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