... ma le madri sanno aspettare...
Le mani di mia madre sono come uccelli nell'aria...
" Mater dulcissima, ora scendono le nebbie,
il Naviglio urta confusamente sulle dighe,
gli alberi si gonfiano d'acqua, bruciano di neve;
non sono triste nel Nord, non sono
in pace con me, ma non aspetto
perdono da nessuno: molti mi devono lacrime,
da uomo a uomo. So che non stai bene, che vivi
- come tutte le madri dei poeti - povera
e giusta nella misura d'amore
per i figli lontani. Oggi sono io
che ti scrivo". Finalmente, dirai, due parole
da quel ragazzo che fuggì di notte con un mantello corto
e alcuni versi in tasca. Povero, e così pronto di cuore
lo uccideranno un giorno in qualche luogo. -
Certo - ricordo - fu da quel grigio scalo
di treni lenti che portavano mandorle e arance
alla foce dell' Imera, il fiume pieno di gazze,
di sale e d'eucalyptus. Ma ora ti ringrazio,
questo voglio, dell'ironia che hai messo
sul mio labbro, mite come la tua.
Quel sorriso m' ha salvato da pianti e da dolori.
E non importa se ora ho qualche lacrima per te,
per tutti quelli che come te aspettano,
e non sanno cosa. Ah, gentile morte,
non toccare l'orologio in cucina che batte sopra il muro:
tutta la mia infanzia è passata sullo smalto
del suo quadrante, su quei fiori dipinti;
non toccare le mani, il cuore dei vecchi.
Ma forse qualcuno risponde? O morte di pietà,
morte di pudore. Addio cara, addio mia dulcissima Mater ".
Salvatore Quasimodo da La vita non è sogno
Una delle prime poesie imparate a scuola : l'emozione è ancora grande e ringrazio l'insegnante di quel tempo per questa scelta.
Splendide queste poesie di Quasimodo. Dolci e tragiche accompagnate dalla meravigliosa voce di Mercedes Sosa.Grazie per questa scelta.
RispondiEliminaSono particolarmente affezionata a questa poesia di Quasimodo perché, a parte l'indubbio valore artistico, l'ho studiata in seconda media e la ricordo ancora a memoria...sapore d'infanzia e memoria di una madre che non c'è più...
RispondiEliminaGrazie!