mercoledì 27 maggio 2020

LE VIE DELLE PAROLE PER ANNE




                                        E ora questo " tu" e ora questa " lei" sono andati...
   


TULIPANI

Per il mio compleanno mi hai portato tulipani.
Voglio si aprano a ventaglio da un vaso basso.
Questo, verde e bianco con lo smalto incrinato,
di forma simile a un bulbo, sembra adatto.

Tulipani raggiavano da questo stesso vaso
in questo stesso giorno a New York... era il 1958, forse.
Venticinque tulipani in luogo di venticinque candele,
e cenammo alla luce dei tulipani.

Di guerre ce n'è sempre un'altra, ma
queste giubbe rosse alte e disciplinate
hanno perso la loro battaglia.
Recisi nel fiore, spediti vivi in esilio,
per una settimana all'incirca sanguinano sull'attenti.

Due artisti: l'una coglie
l'anima incendiaria dei tulipani
con audacia di stile;
l'altro usa il pennello
come il falco la vista.

Quando Nerys sulla sedia a rotelle dipingeva tulipani,
erano color fragola, come la sua chioma.
Conferiva loro una vita ben più lunga
di quella che la vita volle concederle.
Quando la natura imita l'arte, capita
che la natura perda il confronto.

Tulipani attempati, che si apprestano a morire,
ondeggiano sui loro colli titubanti
lontani dalla madre acqua che li nutre,
ossessionati da un'aerea fede nella luce.

Queste donne tristi color malva - che contrastano
le rughe dipinte con capelli ancora più rosa -
si riversano alticce sul bancone del bar.
Labbra, labbra, senza amore né appetito.

Ma guarda. Nel centro di ogni fiore
una stella nera,
un ricettacolo di speranza, un germe di passione,
il colore seminale della notte.


                                        ***

QUOTA 84
NEL GIORNO DEL MIO COMPLEANNO

Dalla torre degli anni che chiamo vita,
guardo nel pozzo: non tempo ma spazio; non qui ma laggiù;
non senso ma memoria; ovunque in nessun luogo -
la storia incerta, il nodo al fazzoletto,
il dove-siete- morti- onnipresenti, i vostri nomi
in un istante mi riportano all'infanzia: a ritroso percorro
la lunga strada fino al Natale e i suoi doni.
Così il DNA modella la sostanza dei sogni,
e la vecchiaia non ha motivo d'essere.
Un sapore proustiano, un profumo, la musica di una frase
sfidano la legge naturale cui si sottraggono.
La vita sarà mia fintantoché io sarò la mia mente.
E la gioventù ? Sofferenze, ansie e ferite,
meglio ricordate che rivissute.


                                                 ***

IL MATRIMONIO

Funzionerà - lo sente -
ma solo se la spina dorsale di lei
combacia esattamente col torace di lui
e solo se le ginocchia di lui
approdano proprio sotto le sue
e tutt'e quattro
appartengono allo stesso angolo.

Tutto andrebbe bene
se solo
potessero guardarsi in viso.

Anche com'è adesso
c'è una ricompensa
nel dover far collimare
il naso con il collo
il busto con la scapola
l'inguine con il sedere
mentre stanno dormendo.

Hanno l'aria - almeno -
di star andando
in una stessa direzione.


                                          ***

ANESTESIA

Scivolano via senza mai dire addio,
i vecchi amici su cui tanto contavo
per dare tepore alle pieghe della memoria.
E se per loro avevo dell'affetto, l'affetto deve imparare
a soffrire in economia e non piangere.
L'età è un esercitarsi della noncuranza,
un anestetico, ché la tristezza
delle nuove dipartite non rende male accetta
quella finale. C'è un bianco risarcimento
nel primo gelo che opprime il giardino.
Non possiamo farci nulla se non lasciare che sia.
E ora questo " tu " e ora quella " lei" sono andati :
c'è sempre meno parte di me che dovrà morire.
E non fanno paura quegli spazi vuoti.




                     Anne  Stevenson   da      Le vie delle parole


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