sabato 23 maggio 2020

IL SACRIFICIO DEL PIU' DEBOLE 1



(...) Dicono che nella vicinanza della morte si abbiano delle 
       visioni. Ricordo che mia madre, che aveva 102 anni, negli 
       ultimi momenti della sua vita vedeva delle persone intorno a 
       sé. Ricordo che una sera, con voce fioca, mi ha chiesto : " Chi
       è quell'uomo ?" . " Non c'è nessun uomo, mamà", è stata la
       mia risposta. Ma lei ha insistito dicendo che aveva addosso 
       una giamberga. La giamberga è una giacca che indossavano
       gli uomini del Settecento e di una parte dell' Ottocento. E poi
       mi ha chiesto titubante : " Potrebbe essere nonno Giuseppe ?".
       A questo punto ho pensato che era mia dovere assecondarla e
       le ho risposto che sì, forse era il bisnonno Giuseppe, e lei ha
       sorriso come ad intendere : " Te l'avevo detto".
       Mi chiedo se i morenti di Coronavirus abbiano delle visioni
       nel delirio dell'agonia, come è successo a mia madre. E chi
       vedono in quel momento così delicato e sacro? Chi hanno 
       amato in passato,o chi ha fatto loro del male, o chi lasceranno
       che li sostituisca dopo la loro partenza ?
      " Un giovane cammina più veloce di un anziano, ma è l'anziano
         che conosce la strada " dice un bellissimo proverbio 
         africano. Chissà se lo si può ancora affermare in questo 
        periodo di feticismo della produzione che considera l'anziano
        un vuoto a perdere. L' anziano contadino delle nostre terre
        godeva del rispetto e della stima dei giovani che gli 
        chiedevano consiglio sulla sua esperienza. Un vecchio - oggi
      - in epoca di globalizzazione viene rispettato finché produce
        ed è dotato di potere economico. Se non rende e non è ricco,
        diventa un peso e basta  .  (....)



              Dacia  Maraini   da    C'è un posto nel mondo...Siamo noi



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