lunedì 11 maggio 2020
IL CANZONIERE FUNEBRE DI SALVATORE 2
Presso mezzogiorno
mi sono scavato la fossa
nel mio bosco di querce :
ci ho messo una croce
e ci ho scritto sopra
oltre al mio nome
una buona dose di vita vissuta.
Poi sono uscito per strada
a guardare la gente
con occhi diversi.
***
Io spero che un giorno
tu faccia la fine dei falchi,
belli alteri dominanti
l'azzurrità più vasta,
ma soli come mendicanti.
***
Chi muore
lentamente in fondo al lago
fra l'azzurro e i canneti
non muore soffocato
ma lievita piano in profondità.
Avrà sul capo una foglia
e su di essa un ranocchio
a conferma dell'eternità.
***
Se si potesse imbottigliare
l'odore dei nidi,
se si potesse imbottigliare
l'aria tenue e rapida
di primavera,
se si potesse imbottigliare
l'odore selvaggio delle piume
di una cincia catturata
e la sua contentezza
- una volta liberata -.
***
Il poeta esce col sole e con la pioggia
come il lombrico d'inverno
e la cicala d'estate,
canta e il suo lavoro
che non è poco è tutto qui.
D'inverno come il lombrico
sbuca nudo dalla terra
si torce al riflesso di un miraggio,
insegna la favola più antica.
Salvatore Toma da Canzoniere della morte
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