domenica 1 marzo 2020
L'OMBRA DI CASSANDRA
Cassandra e le torri - Francesco Zaffuto
Con me resterà quello che ho nominato.
Conosco un silenzio più grande
di tutte le pietre di questa città
e so anche che le mani di una donna contengono
il perdono o l'offesa per ogni fine desiderato.
Alla fine di tutto cominceranno le mie lacrime
ma saranno poco visibili
perchè arriveranno insieme alla pioggia -
i miei piedi sono vanghe che scavano nei sentieri
per cercare ancora una volta la strada di casa.
Che non ho più trovato, che non ho più riconosciuto
le voci alle spalle che salutavano - più incerte, ora,
mentre confidenze di disapprovazione
si stabiliscono per le strade
restando solo i nomi che ci contengono,
l'eco del loro significato -
l'albero delle albicocche mi ha guardato a lungo
e poi ha girato gli occhi da un'altra parte - le città
possono continuare - le indovino non dalla mia tomba
ma dalla mia culla e possono andarsene affermando
una somiglianza che sboccia dal mio rimpianto
come se fosse il racconto di una leggenda dove ogni
fiducia
nella fortuna del tempo è lasciata a quelli più felici di noi.
La voce spezzata come un ramo
le strade che lottano con la nebbia
i torti che l'acqua del fiume indica
nella sua impossibilità a riflettere le rive
questo si dovrà imparare
le inascoltate grazie di una voce
dopo che il mormorìo del sangue ha accantonato i ricordi
e niente potrà resistere alla sorpresa
che cammina nella pietra e nel vento.
Piero Marelli
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