lunedì 10 febbraio 2020
IL MARE D'AMORE ( Presentazione )
La tempesta d'amore, l'onda della passione, l'amante come naufrago. Il desiderio erotico ha un proprio lessico marinaro che è entrato anche nel linguaggio comune. Ma il rapporto indissolubile fra l'amore ( eros ) e il mare nasce nella Grecia antica.Un'intuizione, peraltro, non assistita, come nel latino e nelle lingue romanze, dall'assonanza fra i due termini. Se mar rimanda quasi fatalmente ad amor , i nomi greci del mare ( pélagos, pontos ) non sono affatti imparentati con eros dal punto di vista lessicale. La relazione fra i due elementi nasce perciò all'interno di una dimensione simbolica, in quanto sia l'amore che il mare rappresentano luoghi fisici o del sentimento , del tutto mutevoli, cangianti e non privi di insidie e pericoli. Nelle saghe della mitologia greca, gli amanti eroici ( Teseo e Arianna, Giasone e Medea, Paride ed Elena ) solcano le onde sospinti dal vento del desiderio. Isole e scogli sono spesso scenari dei drammi amorosi e un tuffo tra le acque, come quello di Saffo dalla favolosa rupe di Leucade, sigilla talvolta una storia infelice. Sullo sfondo sempre si erge il culto della dea Afrodite che - per i Greci - non rappresentava solo la divinità dell'amore, ma anche una Signora dei mari e una protettrice della navigazione. Tramite le parole dei poeti, dai lirici greci alle elegie di Ovidio, l'immagine del mare d'amore ha attraversato i secoli. Alla radice, un nucleo profondo, un senso drammatico dell'esistenza umana: c'è l'antica consapevolezza che oscure potenze divine - come il tremendo Eros - possono in ogni momento sconvolgere la vita dei mortali, vanificando ogni orgogliosa pretesa di autosufficienza. E c'è il senso - tipicamente greco - della vita come di un'esperienza aperta e mai risolta, come scacchiera su cui il destino o il caso giocano la loro partita. E non solo in amore, ma in ogni nostra vicenda, la tampesta è sempre in agguato.
( f. )
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