La storia è fatta dall'inchiostro dei perdenti…
Poi hai ragione, è un problema di seduzione,
anche se non sapremo mai da cosa, se dalle capacità
di assorbire verità diluite o dalla presunzione
infantile d'innocenza; se da questo pensiero
debole perché l'abbiamo malnutrito
con troppi poeti che portavano la penna
ma dimenticavano la spada, o forse
è questa attualità dell'irrisolto dove si pensa
che basti un vaffanculo per fare movimento.
***
Ti ricordi di quante volte ci siamo chiesti cosa
alla fine avremmo messo in scena, di questo
canovaccio finito in tante mani e tu ridevi
sempre quando ti dicevo che per me
c'era qualcosa di bucolico, una rappresentazione
esatta di vendemmia dove prima pestavamo,
poi ci hanno lasciato fermentare come un'annata
buona in cantina, orizzontale ad aspettare
un'occasione o a lasciarci invecchiare.
***
Sì è vero, ne ho le palle piene di quelli
che nascono già controrivoluzionari,
degli antifascisti sulla carta,
di quelli che mettevano la ciliegina prima della torta,
di quelli che prima ci si inventa, poi si diventa.
E dire - amore- che non dovremmo prendere
precauzioni contro la dissolvenza, ma solo
imparare l'arte del trasloco o del riposo
sullo zerbino, come unico modo per comprendere
che il corpo è solo soglia, non più finestra.
***
Sta diventando nauseante la forzatura
di queste geografie del desiderio,
di questa salvaguardia del privato
mostrandolo in pubblico, questa letteratura
del cazzo che ha estirpato il maledetto
incensando l'antieroe
che ha imbottito personaggi senza scorta
con il lato oscuro della forza;
è questa menata che ha fatto credere che la storia
la scrivano soltanto i vincitori, senza tener conto
che la storia è fatta solo dai lamenti,
dalle sconfitte, dall'inchiostro dei perdenti.
***
Ci siamo inventati il punto di vista
per scavalcare la partecipazione - amore -
non siamo quello che facciamo ma quello
che subiamo, siamo il bilico fra quello
che possiamo perdere e quanto ci hanno già tolto.
Siamo la paura di aver scelto ad occhi chiusi,
è per questo che scriviamo dalla parte
sofferente, dall'angoscia del primo vagito.
***
Ogni poeta è un portatore d'ansia
che in fondo tende a identificarsi in quello che fa
e ricopia la morale del rimorso.
Alessandro Assiri da Caterina, D. e altri soggetti
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