mercoledì 1 gennaio 2020
IL DIARIO PERDUTO DI FRIDA 3
Continuazione…
(…) La rinchiudono in una cella umida e buia, che puzza di piscio.
Frida e Cristina non smettono di supplicare i poliziotti perché
mandino qualcuno dai bambini che sono rimasti soli a casa; ma
le lacrime delle donne - com'è normale che accada nei luoghi
dove il potere non conosce vergogna - non impietosiscono
nessuno. Anzi, gli uomini le torchiano per provare a spezzarle.
Non ne cavano nulla. Le ributtano in cella come cani relegati
nel cortile sul retro e solo quando la luna calante incontra il
manto oscuro del cielo e il vento della notte comincia a soffiare
piano, Frida riesce a dominare il pianto. Ha lo sguardo fisso
sul pavimento,e pensa che se avesse ucciso il gallo, almeno non
avrebbe conosciuto le sbarre di una prigione.
La brezza che entra dalla finestrella per fortuna le rinfresca un
po' il cuore provato.Stremata dalla sofferenza, Frida si arrende
alla stanchezza: chiude gli occhi. Da sotto le palpebre, la sua
mente rimbalza sulle pareti della cella e fugge, in un luogo
sempre oscuro, ma più dolce. Disseminate ovunque, bruciano
centinaia di candele.Più lontano, un cielo del colore delle more
selvatiche, è schermato da una cortina trasparente di zucchero
filato rosa.
" Questa è la tua casa, benvenuta ! ", la saluta la donna con il
velo.
Frida si alza, riavvertendo il dolore nelle ossa che fiacca il suo
coraggio. (…)
Continua…
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