martedì 19 novembre 2019

L'UOMO DI VETRO 1

 
 

" La psichiatria è scienza dell'umano, e non si può non tenere conto dei limiti insanabili che sono in ogni scienza". ( U. Galimberti )


FRAGILITA' E CONDIZIONE UMANA

(…) Sento forte il desiderio di svelare la mia fragilità, di mostrarla
       a tutti coloro che mi incontrano, come fosse la mia principale
      identificazione di uomo, di uomo in questo mondo. Un tempo
      mi insegnavano a nascondere le debolezze, a non far emergere
      i difetti, che avrebbero impedito di far risaltare i miei pregi e
      di farmi stimare. Adesso voglio parlare della mia fragilità, non
      mascherarla, convinto che sia una forza che aiuta a vivere.
     " Fragilità " ha la stessa radice di frangere, che significa
      rompere. La fragilità di un vetro pregiato di Murano, ma basta
      poco perchè si frantumi e si trasformi in frammenti inservibili.
    " Fragile" significa anche  delicato, gracile. Come un fiore:
      basta un colpo di vento e un petalo si stacca e perde  il suo
      profumo; divelto dalla sua funzione, muore.
      Il contrario di fragile è resistente, tetragono, indistruttibile.
      Si pensa agli oggetti in acciaio, alle rocce di una montagna.
      All'uomo di roccia, non di vetro, all'uomo potente, non  fragile.
      Si dice che l'educazione deve edificare un bambino forte, un
      uomo di coraggio che sappia affrontare le lotte e vincerle.
      La timidezza - invece - va curata e, ancora prima, nascosta: la
      paura va dimenticata e sostituita con la potenza: per questo ci
      si allena a battere un nemico - prima immaginario - e poi di
      carne, e l'abilità sta proprio nel romperlo  non nel venire rotti.
     " Grandi" si crede siano coloro che hanno sempre vinto,mentre
      i " gracili " in un attimo si incrinano, si frantumano in tanti
      piccoli pezzi.
      Io sono fragile ma - paradossalmente - sono portato a parlare
      della forza della fragilità : di forza, anche se lontano dalla
      stabilità e dalla infrangibilità.Ho dedicato il mio tempo alla
      follia,al dolore mascherato di insensatezza, di depressione; alla
      sofferenza che si fa silenzio, che sdoppia le identità e fa di un
      uomo uno schizofrenico. Un lavoro che molti ritengono
      esclusivo dei forti, degli uomini di ferro che magari si piegano
      ma non si rompono, degli uomini di pietra cui il vento rende
      liscia la pelle, che cambiano forma ma non perdono mai la
      durezza e il destino fissati  sempre. La fragilità richiama il
      tempo e la sua caducità, il tempo che passa. Ebbene, se sono
      stato - e sono - un buon psichiatra, se ho aiutato i miei matti,
      ciò è avvenuto per la mia fragilità, per la paura di una follia
      che si annida dentro di me, per la fragilità che avverto capace
      di sdoppiarmi, di togliermi la voglia di vivere e di rendermi
      simile a un depresso che chiede soltanto di scomparire per
      cancellare il dolore da cui si sente plasmato.
      E il dolore è una qualità dell'essere fragile.
      Ecco perché voglio gridare la mia fragilità, dirlo ai miei matti,
      a tutti coloro che corrono da me per ancorarsi a una roccia.
      Devono sapere che semmai si attaccano a un  vaso di Murano,
      colorato, magari soffiato in forme curiose e piene di fascino.
      Come un vetro - io, psichiatra fragile - tante volte ho corso il
      rischio di rompermi.
     Una gracilità che però aiuta l'altro a vivere,che mi ha permesso
     di capire la fragilità e di rispettarla, di stare attento a non
     manipolare gli uomini, a non falsificarli. Ho amato persino i
     frammenti di uomo e mi sono dedicato con pazienza a metterne
     insieme i pezzi.
     La fragilità rifà l'uomo, mentre la potenza lo distrugge e lo
     riduce a frammenti che si trasformano in polvere.  (…)



 Vittorino  Andreoli  da   L'uomo di vetro ( La forza della fragilità )

Nessun commento:

Posta un commento