Chiedo un silenzio spalancato d'anima…
A LUGLIO CONOBBI L' AMORE
A luglio conobbi l'amore
di sera, in mezzo alla gente,
amore con occhi curvi
e brevi consunte parole.
Da quanto attendevo incredulo.
Nell'aperta città
andammo a spegnere il sole
incontro a tramonti viola,
amore senza memoria
raccolto per tante giornate
traverso un quieto dolore
scoperto alfine più lieve,
felicità rivelata,
amore, farfalla tremula.
Io chiedevo la sosta
al mio continuo penare,
ora sazio la sete
alla fontana più fresca.
E prego questo amore
che viva dentro i miei giorni
e i silenzi mi sciolga
di fitte parole;
io canterò il motivo
ritrovato nel canto.
T'ho lungamente atteso
amore con occhi curvi
e quando sei venuto
alla mia porta socchiusa,
ho scordato il pianto
e i lunghi tormenti:
del tuo respiro di miele
ho colmo la bocca.
Amore di un mese e di sempre
dolcemente consumami
il cuore e il canto. Tu
felicità ritrovata,
ruscello, colto geranio,
adolescenza incantata,
amore fiorito,
ti porto nelle strade
perché gli invidiosi sappiano
l'amore che conobbi
a luglio in mezzo alla gente.
Amore, clarino dell'anima.
***
NELLE TUE PALME DISCHIUSE
Nelle tue palme dischiuse
lascia ch'io posi stasera
questo mio sonno di lacrime.
Né sei più tu chi diceva
" andremo… sempre…". Tu vai
incontro ad altre parole
per strade che non conosco
e io rimango a pensare
se tutto fu gioco.
***
ANCORA APPRESTANDO LA CENA
Ancora apprestando la cena
parliamo delle cose di ieri.
Sai, come sciarpa tiepida
ho avvolto intorno al collo la pena
stranamente godendola.
Mi racconti i tuoi amori
quelli di oggi e quelli
che domani attendi,
l'amore grande che presto
venga a domarti
un lunghissimo tempo.
T'ascolto senza gridare
perchè io devo capire
che un nuovo sole ti scalda:
io chiedo un silenzio
spalancato d'anima.
( Comprerò anemoni scuri
e gialla mimosa
per la mia stanza d'ombra ).
Eravamo la goccia che chiude il mondo
e l'incauta felicità,
la nota che s'alza dal flauto
e penetra il cielo. Tu vai
in questo febbraio di vento,
poi apprestando la cena
parliamo delle cose di ieri.
***
CON COLTELLO D' AMORE
Ammucchio frumento per i giorni
e papaveri senza odore
per ornare la soglia e le stanze
Acquario gonfiando
di pioggia le gronde.
Le parole dei vecchi
sono pene che conosco,
oltre i vetri appannati
mi fingo una bianca strada,
la tua mano fanciulla
m'inserra il cuore
( dentro l'arancio Inverno
preme di giallo seme la scorza ),
la polpa delle tue dita
apro con coltello d'amore:
io domando la forza dell'infinita stagione.
Elio Pecora Inediti ( 1965 - 66 )
Buongiorno, scusami se ho cancellato il tuo post, è stato del tutto involontario. Apprezzo ciò che scrivi e vengo a leggerti sempre volentieri e quando vieni e commenti il mio blog mi fa davvero piacere. Grazie
RispondiEliminaNiente di male, ma potevo aver detto ( magari involontariamente ) cose non appropriate.
RispondiEliminaTutto risolto: anche tu mi fai piacere quando passi di qui…
Grazie