sabato 26 gennaio 2019
LA MEMORIA RENDE LIBERI 4
(…) Spesso si dice che il ricordo e la memoria di questi fatti storici
spaventosi servono a tacitare le tesi e le argomentazioni di chi
vorrebbe ridimensionare, circoscrivere o addirittura negare la
Shoah; e che la memoria ci è indispensabile per impedire che
tutto questo un giorno si ripeta. Per me invece tutto quello che
Liliana Segre ci ricorda, è soprattutto importante e prezioso in
sé, ci serve per sapere di noi,di come noi italiani isolammo una
minuscola parte del nostro popolo,perfettamente indistinguibile
dal resto.Di come la mettemmo ai margini, le requisimmo i beni,
la mortificammo e poi la consegnammo agli sterminatori. E di
come poi cercammo di cancellare quel crimine nazionale,dopo.
Il ritorno di Liliana dall'inferno, come il ritorno di tutti gli altri
scampati, è una seconda condanna del mito degli " italiani
brava gente". Semplicemente non si voleva sapere, e men che
meno si voleva ricordare come,e da chi, era stato reso possibile
tutto questo. Mai nessuno si è scusato con Liliana Segre. Mai
nessuna rotella dell'ingranaggio, nessun volenteroso aiutante,
nessun testimone della progressiva esclusione e persecuzione di
quel padre e di quella bambina si è fatto vivo per manifestare il
proprio sentimento, il proprio rammarico. Niente. Mai nessuna
nuova teoria si è fatta carico in quel dopoguerra di capire, di
aiutare,di far luce.La gran parte di quelli che avrebbero dovuto
farlo- del resto- era già lì quando tutto avvenne.La quindicenne
Liliana scoprì subito che quello che aveva subito non doveva
interessare a nessuno, che i suoi tentativi di raccontare si
scontravano con parole volte a derubricare l' Olocausto come
uno dei tanti guai di guerra.Enorme tragedia, enorme rimozione
E allora anche lei accantonò tutto. E forse questo l'ha salvata.
Sicuramente ha preservato- nitida e limpida - una testimonianza
definitiva. Prima di cominciare a raccontare ha atteso che i suoi
figli fossero grandi e solo allora anche loro- come tutti - hanno
saputo. Così tacitamente aveva deciso con l'uomo della sua
vita. Una vita laica e borghese, come era, e nelle intenzioni
doveva continuare ad essere, quella dei Segre negli anni Trenta.
Parlare per lei è ancora duro. Ascoltarla - per noi - è vitale.
(…)
Enrico Mentana ( Introduzione a ) La memoria rende liberi
Credo che prenderò questo libro, mi interessa il contenuto e mi piace molto come è scritto... Oltre all'orrore che è stato l'olocausto, quello che mi sconvolge sono l'indifferenza e la negazione, che sono presenti non solo all'ora, ma anche oggi, ci sono persone che tuttora negano la realtà e sono ancora legate e osannano il nazismo, come i giovani con la testa rasata e altri movimenti affiliati, questo è sconvolgente quanto assurdo è, temo, anche pericoloso, vedi quelli che fuori Auschwitz hanno fatto casino (27/01)!
RispondiEliminaMi chiedo : ora che tali persone ( cui tu fai riferimento ) negano anche l' EVIDENZA, che cosa sarà della Storia dell' Uomo ( coi suoi fatti e misfatti ), quando non ci saranno più neanche PROVE? ( di questo e di altri FATTI ).
RispondiEliminaForse dovremmo augurarci anche noi che si avveri ciò che QUALCUNO ( più di duemila anni fa ) disse : " Beati quelli che crederanno anche senza aver visto" ?.
Forse. Ma ci vorrà quantomeno CHI "faccia memoria".
Grazie del passaggio.