" La Conoscenza è Conquista )
" Il selvaggio non esiste in natura: si crea nel momento in cui chiudiamo la porta di casa e definiamo un " dentro " e un " fuori ".
(…) Cosa sappiamo del corpo?
Che è il primo luogo del selvaggio. L'irriducibile. Può essere
domato, addomesticato?
( Non rispondere )
Invecchia, si trasforma, perde sangue, crea corpi suoi, muore
per corpi estranei. Alla prima occasione si libera. Cercando
anche la distruzione, se necessario.
Può essere persuaso?
Forse.
Dove sei, ora che parli del corpo? Davvero sei in un giardino?
Un giardino immaginario, i giardini di Kyoto, e il giardiniere
zen che sposta la sabbia davanti a te con il rastrello ?
No, non è questa una conversazione.
Forse sei tu in un giardino, a leggere in un giardino, su carta
o su schermo. Ora che leggi, prendi forma nella mia mente. Tu
sei da qualche parte, davanti a me.
Osserviamo insieme.
( E l'osservatore - lo so e lo sai - modifica l'oggetto osservato ).
Il pensiero che cerca la sua materia, la sua forma, la lingua
che forma una parola. Nella poesia, c'è sempre un tu. Anche
quando è segreto, in qualche modo. Anche qui.
Tra parola e parola c'è il vuoto. Dovrebbe esserci il senza-
sforzo.Lo stato di flusso, il fluire nel bianco della pagina, nella
mente di chi legge - ascolta. Se stai leggendo o scrivendo, sei
da solo.
Sei da solo?
Forse stai leggendo a qualcuno, un bambino,o qualcuno legge
per te. Riappare il confronto. Il racconto ( Gli occhi gialli del
selvaggio sono fuori dalla finestra della stanza calda, fuori
dal cerchio di luce che getta il fuoco ).
Il conflitto verrà addomesticato- allora - come l'animale,
sciolto nella catarsi? Aristotele è il domatore?
Il romanzo - allora - è un territorio addomesticato? E' una
casa, un giardino? Se è un giardino, è uno spazio in cui una
nuova conoscenza è proibita? Quel tipo di giardino - l' Eden -
in cui crescono alberi di mele dorate, irraggiungibili, ma per
il resto ogni conforto del corpo è concesso ? (…)
Laura Pugno da In territorio selvaggio
Molto suggestivo il video e la musica, il testo un poco complesso...
RispondiEliminaSì, ne convengo e mi aspettavo questa osservazione. In effetti non è un testo semplice, che sta a mezzo fra la " visionarietà " della poesia e il rigore della filosofia.
RispondiEliminaUscire dal " giardino o addirittura dall'orto " dell'esperienza e del conosciuto per avventurarsi nei labirinti oscuri " del selvaggio ", dell'aspetto
misterioso e inconosciuto di noi e del mondo alla ricerca di verità che non sono a portata di mano- ma che pure esistono - non è certo affare da poco.
Anche solo il parlarne può riuscire faticoso. E faticoso, questo libro - a tratti - lo è.Ed è una sorta di sfida postarlo qui : nella biblioteca dove l'ho reperito, e dove giace da un anno, non è stato visionato da alcuno…
In un certo qual modo mi fa pensare ad un altro testo ( molto più conosciuto ) di Clarissa Pinkola Estés " Donne che corrono coi lupi " ( dei quali ho intenzione di fare qualche post ), che in modo più discorsivo ( ma non meno profondo ) tratta del rapporto che intercorre fra le donne e il loro spirito " selvaggio " indomito e profondo.
Grazie e a presto.