IL CIGNO E IL CUOCO
Due amabili pennuti
venivano allevati
in un cortile attiguo ad un castello.
Il primo era un papero polposo
destinato a finire su un fornello,
il secondo era un cigno bianco e bello
che della sua eleganza era orgoglioso.
I due pennuti passavano le ore
nuotando insieme su e giù per il fossato.
Un giorno il cuoco, che aveva tracannato
un bel fiasco di vino ed era brillo,
scambiò il cigno per l'oca, e col coltello
si preparava ad affettargli il collo.
Il cigno - allora - vedendosi perduto,
emise un lungo, dolcissimo lamento.
Il cuoco - udendolo - ne restò basito
e rendendosi conto dell'errore
gridò: " O cielo, come avrei potuto
mettere in pentola un simile cantore ?"
Questo per dire che il saper parlare
con voce dolce e con parole belle
consente a volte
di salvar la pelle.
Jean De la Fontaine & Marc Chagall in Favole a colori
Bellissima questa...
RispondiEliminaIn effetti, le quarantatré favole raccolte in questo libro sono tutte ( come del resto è caratteristico della fiaba ) molto " umanamente " vere, con una morale ineccepibile ( e ancora in grado - un po' come quelle di Fedro e di Esopo - di farci riflettere sui difetti umani ).
RispondiEliminaMi correggo: ho inavvertitamente e in modo improprio usato - nel commento precedente - il termine " fiaba", cosa che non è in quanto il genere letterario della Fiaba è quello di " C'era una volta…" con personaggi reali proposti in sequenze fantastiche e generalmente a lieto fine " E vissero felici e contenti…"
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