" Noi eravamo come voi; voi sarete come noi " ( Sull'ingresso di molti cimiteri ).
UNA SOCIETA' CHE NASCONDE LA MORTE
(…) La tesi che la società moderna neghi e nasconda la morte più
delle società pre- moderne è stata articolata in tre punti.
La prima grande differenza fra il passato e il presente riguarda
come e con chi si lascia questa vita. Per millenni, l'uomo è
stato il padrone della sua morte e dei modi nei quali avveniva.
Un tempo si esalava l'ultimo respiro a casa, vicino ai propri
cari, così come si nasceva a casa. L'approssimarsi della morte
trasformava la camera del moribondo in un " luogo pubblico".
Quando una persona si sentiva male, si metteva a letto e la sua
camera si riempiva di gente, di familiari, parenti, vicini, amici,
compagni di lavoro. Si chiudevano le finestre e si accendevano
le candele. Il moribondo voleva partecipare alla sua morte, che
apparteneva a lui e a lui solo. Nella società moderna, questo
non avviene più. Si muore negli ospedali, sedati e intubati,
lontani dai propri cari, in solitudine e in silenzio. Il moribondo
non presiede più alla cerimonia degli addii. Tutte le decisioni
sono ormai nelle mani del personale sanitario, che sceglie i
tempi del decesso, mantenendo artificialmente in vita chi sta
per andarsene. La morte viene così sottratta, bandita dalla
vista e dalla mente. Riceve una nuova collocazione , " una
localizzazione segregata nello spazio sociale ", affidata alla
custodia di specialisti muniti di credenziali scientifiche, legata
ad una rete di tecniche e pratiche di efficienza ed efficacia
misurabili.
Questo mutamento inizia verso il 1930- 40 e prosegue nella
seconda metà del Novecento . (…)
Marzio Barbagli da Alla fine della vita ( Morire in Italia )
Un'analisi corretta e vera... Piacevole l'ascolto del brano
RispondiElimina