sabato 17 novembre 2018
NON POSSO TRADURRE IL MIO CUORE ( Tagore & V. Ocampo ) 2
Victoria Ocampo a Rabindranath Tagore
Primi di Gennaio 1925
(…) Gurudev,
ho attraversato una tale gioia e tali sofferenze in questi giorni!
Gioia perché mi sentivo vicina a voi; sofferenze, perché voi
ignorate la mia vicinanza. Gioia, perché ero lieta di darvi tutto
ciò che potevo dare; sofferenze, perché ciò che potevo dare vi
era inutile. Gioia, perché ero piena d'amore; sofferenze perché
il mio amore mi soffocava,mi torturava come fa l'amore quando
non trova un'espressione immediata.
Prima o poi saprete come e quanto io ami i vostri libri. Questo
si può tradurre . Ma temo che non saprete mai come e quanto
io ami voi, perché nessuno tranne voi può tradurre questo.
E le traduzioni richiedono molto tempo, e voi avete sempre
nuove poesie da scrivere.
Gurudev, come posso ringraziarvi per tutto quello che mi avete
dato; come posso farlo? Sento di non aver detto nulla, proprio
nulla di quel che avevo nel cuore e nella mente.
Questo mi rende così misera.
Ricordate, Gurudev, che qui lasciate qualcuno che cerca di
dare espressione al suo amore per voi. Se potete aiutarmi,
fatelo. Sono stata stupida e timida. Perdonatemi. Vi amo.
Nulla può cambiare questo.
Vi prego di ricordare, Gurudev, la gioia che potete darmi
accettando il mio amore, accettando tutto quel poco che posso
fare per voi e tutto quel poco che ho.
Victoria (…)
Rabindranath Tagore & Victoria Ocampo d Non posso tradurre il mio cuore ( Lettere 1924 - 1940 )
È una passione sincera e molto sofferta, mi ispira tenerezza leggendo le sue parole...
RispondiEliminaLe variazioni di modalità con cui è stato vissuto questo sentimento è da ricercarsi più nella differenza di età che nella cultura dei rispettivi Paesi, peraltro assai lontani. Victoria aveva dalla sua tutta l'irruenza e la passionalità dell'età giovanile, mentre Tagore - come afferma egli stesso in alcune lettere - tendeva a tenere a freno il proprio sentimento ( che pur provava ), salvo poi - come si evince dalle ultime lettere scritte prima della morte ( 1940 )provare rimpianto e nostalgia per non averlo vissuto appieno…
RispondiEliminaGrazie del commento.