lunedì 26 novembre 2018
A DIO PER LA PARETE NORD 4
(…) La divinità giace nel fondo dell'anima. Quando l'uomo non è
più " fissato all'esterno", quando nulla più lo trattiene: nessun
desiderio, nessun timore, né ombra né immagine, cade nel
profondo, nella natura originaria dell'anima. Meister Eckhart
( teologo e mistico tedesco del XIII sec. n.d.r. ) sottolinea la
necessità di questa caduta e allo stesso tempo la gioia che l'
accompagna. Evidenzia così una legge della mistica,
fondamentale quanto la legge di gravitazione in fisica: se un
uomo non è trattenuto da nulla, se non è attaccato a nessun
bene materiale o intellettuale, a nessun sapere, nessuna fede,
nessuna reputazione, nessuna rappresentazione; se è senza
qualità, immemore di sé, cade - inevitabilmente - come la mela
di Newton. E dove cade? Nella divinità, che è la faccia nord
di Dio.
Dio non tollera il vuoto, né nella natura né nell'anima. Non può
fare a meno di irradiarsi ovunque indistintamente.
" Dove e quando egli ti trova pronto ( cioè vuoto )" scrive
Meister Eckhart" deve operare e diffondersi in te, proprio come
il sole non può fare a meno di effondersi, e nulla può
trattenerlo, quando l'aria è limpida e pura ". Quando non ci
sono più veli, brilla la luce. Non può essere altrimenti. Perciò
chi intraprende questa ricerca, non si prefigge mai di
costruire un sistema, una teologia, un dogma, ma piuttosto di
decostruire , fare spazio, sottrarre, proprio come si sbuccia
una cipolla e di sprofondare finalmente nel non- sapere di Dio,
aspettando con pazienza di essere catturato.
Un giorno Meister Eckhart, l'uomo che non voleva essere
" fissato all'esterno" perché amava tropo la libertà, scomparve
senza lasciar tracce, per cui ignoriamo la data precisa della
sua morte. Quando scomparve si stava recando ad Avignone
( allora sede papale - siamo nel periodo della cosiddetta "
cattività avignonese " - n.d.r ) per difendersi al cospetto del
papa per le accuse che gli erano state mosse ( di eresia, per
essersi allontanato troppo dalla dottrina ortodossa della
Chiesa , n.d.r ). (…)
Hervé Clerc da A Dio per la parete nord
Un modo di "incontrare" Dio che mi sorprende, ma non condivido, non bisogna essere burattini inanimati, svuotati di tutto, una cosa è l'attaccamento morboso verso realtà che ti assorbono e allontanano da Dio, un'altra cosa è svuotarsi di tutto, questo è più vicino alla visione buddista che cristiana, Dio si è incarnato in Gesù Cristo, che ha preso la nostra umanità, eccetto il peccato, e l'ha portata in cielo, tutto ha valore e importanza per Lui, non butta via niente, così non dobbiamo farlo noi, la chiave è dove attacchiamo il nostro cuore?
RispondiEliminaOvviamente - a parte alcune somiglianze - stiamo parlando di due religioni molto diverse e di due modalità altrettanto differenti di vivere la propria fede.
RispondiEliminaIl massimo obiettivo per le religioni orientali, ( soprattutto per quella buddista, dove è un concetto molto diffuso ) è il raggiungimento del Nirvana, lo svuotamento totale di sé, da un termine sanscrito che significa " cessazione del soffio ".
Nel buddismo il Nirvana è il fine ultimo della vita, lo stato in cui si ottiene la liberazione dal dolore, ma dato che esso è al di là del pensiero razionale e del linguaggio, ne deriva che non è possibile affermare esattamente quello che è, ma piuttosto quello che non è.
( tutto questo detto in modo molto semplificato ).