Ti scrivo dal futuro che non abbiamo avuto...
Se ti vedo che leggi, sei un'icona
d'altri tempi, lì sulla poltrona
col tuo giornale in mano e il libro accanto,
il cuore mi fa festa: tu ci sei!
Sei tu, ma leggi contromano
e allora piano piano torna il pianto.
Mi chiedo come fai a consumarti,
a diventare così piccola che amarti
è come amare certi santi in cera
la cui immagine non è più quella vera.
La vita è una candela umana
la vita è una candela strana.
***
Scrivo per te, mia amata. Io ti scrivo
dal futuro che non abbiamo avuto,
guardo il tuo mare, la tua torre, il tempo,
l'isolotto, i monti che a raggiera
calano nelle acque con le loro
molli gobbe preistoriche
e nulla è cambiato : è tutto fermo lì,
ogni scaglia di quel quadro silente
brilla e si staglia al vento netta in cielo,
ma le strapazza il mare ed ogni pietra
ne trae sollievo prima di affrontare
una giornata asciutta e disperata.
Ah, se sapessi scrivere l'assenza
io, piccolo e sfrontato, ti darei
nuovamente la vita per toccarti
un poco con la punta delle dita.
***
Il golfo è tutto blu, solo una striscia
di cielo è rosa, e il mare vira
verso un'opacità densa d'inchiostro,
solo la torre è grigia come un ferro,
come laggiù la lama della spiaggia,
un coltello alla gola della baia,
un modo per reciderla dal mare
e lasciarla appassire nel suo sangue,
tutte le sere e tutte col terrore
dell'ultimo tramonto; ma eri lì
che mi aspettavi sola, gli occhi bassi
e quello sguardo lento che rigonfia
di desiderio duro ogni tua mossa.
Eri distratta e un poco affascinata
da un volo di gabbiani, e un sole opaco
ti illuminava il viso, e tu parlavi,
parlavi ancora, come se bastasse
a lenire, evitare, a ritardare,
e non potessi fare che guardare
senza guardare, senza più pensare.
Non so affrontare il tuo dolore al vivo,
ma so aspettare ancora se ti scrivo.
***
Ti avevo messa in una boite dorata
di quelle dei biscotti decorata
con pitture di caccia e avevo spento
i fuochi con i giochi dei bambini,
sotto castelli e trottole di latta
e certi mostri astrali e ancestrali
con le feroci fauci spalancate
su scenari di gesso e cartapesta.
Se scrivo questi versi è per amarti,
se scrivo questo libro è per violarti,
ma è troppo tardi ormai:
tu asciughi al sole, e muori e ti corrompi.
Fantasie - lo so - grandi scenari
per piccole paure: tagli, schianti,
sotto la scorza fiele, acido puro.
Questo per me è stato essere amato.
***
Sulla spiaggia un corpo rosso viola
nero zoppo spezzato vibra ancora
preda del becco dei gabbiani e il mare
lascia che affiori il ventre di una barca
rovesciata, impudica, disarmata.
Uccelli monchi, navi lacerate.
E' l'ora bianca e dura della rabbia
che ci risucchia su nella bufera
nel cielo alla deriva e non è più
la nostra storia - dove schianteremo
anima e corpo quando finirà ?
Giorgio Manacorda da Scrivo per te, mia amata ( e altre poesie, 1974 - 2007 )
Belle e struggenti, sopsoprattu la prima... Il video non è disponibile...
RispondiEliminaPoesie dell'assenza ( della persona o dell'amore ) : l'ultima postata parla di rabbia " è l'ora dura della rabbia che ci risucchia…".
RispondiEliminaIn qualunque caso piene di dolore e struggimento.
Grazie del commento e della segnalazione.( Il video postato era " Non compro più speranza" di Marchetto Cara, ma penso che anche quello con cui l'ho sostituito
( Un'aria di Von Biber ) ricrei adeguatamente l'atmosfera.