domenica 23 settembre 2018
MEGLIO SOLE CHE NUVOLE ( Introduzione )
" Si diventa ciò che
si era destinati ad essere;
si diventa ciò che
si è realmente.
Non volevi essere di pietra?
O di vetro, o di cromo? "
J. la protagonista di questo libro - nel mezzo del cammin della sua vita, ha deciso di congedarsi dall'amore. Il suo matrimonio è fallito, non ha figli, e l'ultimo incontro con Sir Gold ( l'unico ad averla spaccata dentro ) è stato un disastro, così come i vari tentativi di ritrovare le sue vecchie fiamme.
J. torna allora a Miami, ai cieli blu della città di vetro, agli orizzonte sfarzosi della baia e si prende cura di un gatto e di un'anatra malandati, mentre osserva i bizzarri inquilini del suo grattacielo e traduce brani di Ovidio. Le eroine delle Metamorfosi , trasformate dall'amore in piante, pietre o mostri, la guidano alla scoperta dei suoi sentimenti e nella ricerca di uomini da amare solo con la fantasia. Finchè un giorno, scrutando il balcone del ventiduesimo piano vede una donna che lascia cadere qualcosa nel vuoto…
Con una scrittura nello stesso tempo poetica e sensuale, l'autrice racconta di una donna delusa dagli uomini, che esplora le terre instabili del cambiamento e della solitudine per riprendere in mano la sua vita e accettare - finalmente - il suo desiderio di amare e di essere amata.
frida
Molto interessante e altrettanto familiare, una bella presentazione...
RispondiEliminaIn effetti è un libro molto gradevole alla lettura; intriso di una vena ironica q.b. e non manca di riflessioni profonde.
RispondiEliminaGrazie del commento
Non so perchè, ma i versi riportati qui insieme a quell' "essere di pietra" e alle nuvole del titolo, mi ricordano un articolo di Alessandro D'Avenia comparso lunedì 24 settembre sul Corriere della Sera, dove parla di Sylvia Plath e della sua ossessione per una perfezione impossibile. L'articolo è pubblicato nella rubrica "Letti da rifare" dove lo scrittore parla di problematiche adolescenziali e in realtà non c'entra molto con la vicenda di questo libro. Ma in chiusura D'Avenia cita una poesia della Plath che, tra l'altro, dice: "Cominciai a germogliare come un rametto di marzo / un braccio e una gamba, un braccio e una gamba. / Da pietra a nuvola, e così salii in alto". Da pietra a nuvola...in cerca della verità di noi stessi, a qualunque età e in qualunque contesto.
RispondiEliminaScusa la lunghezza, Frida, e grazie!
Grazie del circostanziato commento che mi spinge a recuperare l'articolo di D' Avenia ( che seguo a fasi alterne ).
RispondiEliminaQuesta tua libera connessione ad " altro" mi convince sempre più che un luogo come questo può rendere allo stesso modo tutti " Maestri " e " Allievi" per la circolazione di una cultura viva e aperta e fuori da ogni accademia .