Come l'albero non si accorge che perde il primo volo del passero…
La parola amore mi esita,
mi fa dolce la saliva,alimenta, mi lamenta.
***
Nel calcolo degli addii
ci metto già il nostro
con le folate di vento, il mignolo che fu sempre l'ultimo
a sganciarti le falangi;
negli anni ho preso memoria
di quei rami
su cui si posano i miei baci
che tu non senti
come l'albero
non si accorge che perde
il primo volo del passero.
***
Chiamami
nell'ora che declina, ora che reclino
un poco a destra un poco a sinistra
come se dovessi farmi uscire acqua
dall'orecchio asciutto;
chiamami dal lato semisordo
che attutisce il verbo,
camuffa l'addio in un vago
ritorno:
mi ingannerò sul giorno,
farò tornare indietro il cosmo, il perno del sole
retrocedere.
***
Ti ho inventato così bene
amore
come neanche il più raro fiore
dopo anni di innesti
del vivaista
nelle sue segrete serre.
***
La sua fine fu semplice:
una mattina chiuse a chiave la porta,
ultimo riguardo per il marito ammattito
e dentro lasciò lui e un biglietto
con poche righe - le ultime
le vere - senza bisogno di compiacere,
nemmeno di azzittire, come ogni giorno,
le fauci parassite del dolore;
scrisse - donnina da seggiola muta -
ammittente,
dolcemente:
vi ho amati uno a uno,
vi ringrazio di questo dono,
poi più niente.
Pensò solo che morire nel canale del consorzio
ci volevano due passi:
non si doveva mai più vergognare,
poteva tacergli e tacersi
come l'acqua
senza sforzo
avere le ultime accortezze
per le rane e gli iris di fosso.
Daniela Andreis da L'ottavo giorno della settimana
Molto belle, un linguaggio piacevole
RispondiEliminaSì, e profondo nella sua apparente semplicità.
RispondiEliminaGrazie