I nostri incontri erano profonde avarie del costato…
Gli amorti sono l'uno e lo zero
stanno in uno sguardo di ferro
ma non hanno più gli occhi
spargono croci come promesse
e si incontrano - anime perdute -
sotto i cipressi di marmo
per toccarsi la voce .
***
Nei pozzi neri dei tuoi occhi
ci stanno tutte le mancanze
di cui mi sono riempito.
Nella tua carne
le stanze vuote
che ho ripreso ad abitare
tornando a casa.
***
Riprendo i miei libri dallo scaffale
e ti ritrovo in un verso incompiuto.
E' passata una sola pagina
dall'ultimo sudore dell'inchiostro
ma quel foglio - il tuo corpo animale-
lo tengo ancora sul comodino
come un ordigno inesploso.
***
I nostri incontri erano profonde avarie
del costato, Ore fuoricampo, minuti
in cui stringevo i lacci delle scarpe
perché era sempre l'ultimo istante
ad unirci come nell'ultimo addio.
***
Cadono le promesse come acqua dalle mani.
Volevo non sapere di te, del mio nome
liberarmi della tua fonte chiara
non aspettarti sulla soglia del giorno
in questo bianco inadeguato
che si spinge a preghiera
per serrature che non conosco
Francesco Cagnetta da Convocazioni Corporali
Una musica molto suggestiva e particolare, parole intense
RispondiEliminaHo detto più volte in questa sede che mi piace occuparmi- oltre che di autori noti e anche famosi - di esordienti che dimostrano di avere come si suol dire " buona stoffa ". L'autore qui proposto ne è una dimostrazione: in questo suo primo libro ( ed. Lietocolle ) dimostra non solo una buona padronanza della versificazione che, pur scarna ed essenziale, non è priva di interessanti spunti ,talvolta anche intrisi di un pizzico di ironia ( basti già osservare il gioco di parole fra amore- morte del titolo ), ma di un uso di metafore incisive ed evocative che giungono in modo diretto a colpire il cuore.
RispondiElimina