Le passeggiate che qui - insieme al regista ripercorriamo- non sono che metafore dell'esistenza tutta, nella quale il luogo dell'assenza - una volta attraversato - diventa spazio dell'incontro, del compimento dell'attesa che si appaga della tenerezza di un abbraccio.
E la figlia che si volge verso il padre è simbolo vivo di un' umanità che trova in se stessa la strada percorribile di un sogno.
( f. )
Molto particolare, mi piace molto la fisarmonica, mi ha riportato indietro ai musicisti ambulanti che una volta entravano nei ristoranti, con la fisarmonica o la chitarra, e mio padre li teneva in grande considerazione. Questo film esprime quel rapporto bello e la speranza di riabbracciare mio padre nella pace...
RispondiEliminaE' un bel ricordo.
RispondiEliminaE mi fa felice il pensiero di avertelo - con questa scelta - evocato.
Ci buone una buona dose di tenacia per l'attesa. Eppure in un attimo tutto il tempo sembra sparire . Purtroppo tenacia e attesa sono diventate desuete e il tempo presente è l'unico che conosciamo...
RispondiEliminaLa vita però - se ci pensi - è tutta fatta di attese. Consapevoli o meno.
RispondiEliminaChe tutte poi abbiano soddisfazione o realizzino il nostro " sperato" è tutto da appurare. La tenacia a cui fai riferimento - tuttavia - è una condizione SINE QUA NON.
Che presuppone come pre-requisito la speranza. Ma quanto spera l'uomo di oggi?
O quanto preferisce illudersi con l'effimero, che dura un soffio di vento?
Bisognerebbe rendersi conto che ogni cosa che vale richiede un tempo adeguato, una tenacia di impegno e un pizzico...di sogno.
Grazie per l'intervento.