mercoledì 8 agosto 2018

PERCHE' NON PERDONARTI

 
 

                          " Nessun occhio incontra l'occhio dell'abisso" ( Robert Walser )



(…) Non c'ero mai e facevi bene a lamentartene.Avevo i miei sogni,
       vispi anche da sveglio. Non è facile distruggerli, ci vorrebbe
       un bulldozer.Vorrei scendere nei dettagli, ma anziché chiarire,
       affosserei questa storia. Mi ricordo di noi: non è vero quel che
       pensi: ho buona memoria. Insieme stavamo bene - di giorno -
       perché di notte le cose giravano nel verso sbagliato e
       conducevano in luoghi pericolosi.
       Eri depressa in modo esatto - una volta al giorno - e fingevo di
       non vedere, ma l'occhio sinistro era spalancato. Di raro fuori,
       ma sceglievo i ristoranti migliori, i guai incominciarono
       quando in bagno ritrovai il tuo corpo: avevi aperto l'acqua,
       pressato gli asciugamani sugli squarci. Una donna pulita, a
       testa bassa lo sussurrai al commissario. Nessun movente e ho
       pianto ai tuoi funerali. E' venuto tuo fratello da Milano, tua
       madre ottantenne con un suo cugino di Treviso.
       Ho cambiato casa: che altro potevo fare? L'ho venduta ad un
       prezzo onesto e mi sono trasferito in campagna. Vedevo tracce
       di sangue ovunque,non andavo in bagno nemmeno per pisciare
       Detesto l'odio che ti nutre : arriva a fiumi dall'al di là. Perché
       sfidarmi con quel gesto?. Avrei dovuto portarti a ballare, non
       si sa mai come si mettono le cose né come una storia possa
       finire. Non riesco a non pensarti per il rimorso, il ronzìo che
       sconquassa. Trito sassi e sputo mattoni, ma il muro che innalzo
       mi crolla addosso, figuriamoci un tetto, una casa. Ho la pelle
       dura - mi dico - girando in un parco pubblico tra maniaci e
       drogati : se mi ammazzano mi fanno un favore. Devo tritare il
       passato,imbattermi in una donna che ti somigli solo da lontano
       annegare il tuo omicidio che - a pensarci a freddo  - non avrei
       dovuto mettere in atto. Le notti erano incubi gonfi di pulsioni:
       provavo l'approccio e mi davi le spalle. Preferivi dormire, ma
       il mio corpo era un ordigno e il sangue pressava il cervello, le
       parti basse .Allungo un braccio per accarezzarti e ti
       indispettisci,in pieno volto mi molli uno schiaffo.Cose da pazzi,
       sento ancora il dolore. La tua era schietta, onirica cattiveria.
      Passeggio sotto gli alberi e conto le stelle, se nessuno mi
      disturba posso continuare a vivere e non combino altri guai.
      Da troppi mesi giro a vuoto, ma la solitudine fa compagnia:
      ascolto voci bizzarre,scorgo i fondamenti dell'abisso e le botole
      si spalancano per condurre in stanze allestite a festa, una festa
      senza gioia che sa di farsa.
      Non mi perdonerò mai di non averti perdonata.
      Sai bene quel che accadde. Di corsa in bagno: apro il rubinetto
      della vasca, ti ci trascino a forza, a calci, sono una belva in
      preda alla follia, afferro una lametta.
      Mi bloccai soltanto quando mi resi conto del tuo sguardo
      assente, del tuo corpo inerte.  (…)


        Alessio  Brandolini da   Un bosco nel muro ( Racconti brevi )

6 commenti:

  1. Scrive benissimo e con rara efficacia questo autore che non conoscevo, anche se faccio fatica a entrare nell'argomento, nel dolore di cui parla e nella violenza di certi passaggi.
    Ma assolutamente sublime il Requiem di Lotti, così come - per altri versi - il concerto di Schumann che hai poi pubblicato, suonato dalla Argerich.
    Grazie!!!

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  2. Ho volutamente scelto per la pubblicazione questo racconto breve di Brandolini per dimostrare ( semmai ce ne fosse bisogno ) che non tutto quello che un autore ( o poeta in particolare ) pubblica è autobiografico, e se - evidentemente - c'è un riverbero autoriale dei sentimenti descritti, è assolutamente improprio cercare di capire una persona ( solo! ) da quello che scrive, senza conoscerla.( Tentazione non infrequente a chi ha a che fare con i blog ).
    L'animo umano è molto più complesso. Stravagante in molti casi e alle volte del tutto provocatorio.
    Grazie del commento.
    (E pure per il giudizio autorevolmente positivo sui brani di classica scelti ).

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  3. Aggiungo: ovviamente, al di là del valore simbolico, il brano mi sembra di piacevolissima lettura e - come suggerisci anche tu - scritto con rara efficacia ( specie nella costruzione del " colpo di scena" finale.
    Buona serata a te.

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  4. a tratti trovo inquietante il linguaggio, troppo forte per i miei gusti, mentre ho apprezzato molto il brano, per contro più lieve e piacevole

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  5. Sì, effettivamente il racconto ha " toni" forti che non a tutti risultano congeniali.
    Il Requiem - per contro - ha toni soffusi di grande delicatezza, che creano un'aurea nostalgica che ben s'intona col tema.
    Grazie per il passaggio.

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