sabato 23 giugno 2018
DONNE VALOROSE ( Karen Blixen ) 2
(…) " In Africa avevo una fattoria ai piedi degli altipiani del Ngong
( è il celebre incipit del romanzo La mia Africa , che Blixen
scrisse molti anni dopo per ricordare la sua esperienza
romantica e avvolgente, ma anche carica di avvenimenti
dolorosi. Ad un anno dal suo arrivo- infatti - si ammala
gravemente: in un primo tempo i medici pensano che sia
malaria, ma presto si scopre che si tratta di sifilide, e a uno
stadio avanzato E' stato Bror, con le sue continue infedeltà, a
trasmetterle questa terribile malattia, che allora si curava solo
con massicce dosi di mercurio e arsenico: una terapia d'urto
che mina definitivamente la salute di Karen. Ma nonostante
tutto lei non vuole divorziare dal marito che ama ancora, fino
a che non è lui a chiedere la separazione, lasciandola sola a
gestire la piantagione. L'indomita baronessa non si perde d'
animo e, anche se non è affatto portata per gli affari, fa di tutto
per salvare la fattoria, sempre sull'orlo del fallimento.
Ma questo - per lei - sarà anche un periodo molto felice grazie
al magico incontro con Denys Finch-Hatton, il più grande
amore della sua vita. Oggi è difficile per noi separare la vera
storia dei due amati dall'immagine cinematografica del film
tratto dal romanzo La mia Africa . I volti di Robert Redford e
Meryl Streep i confondono con quelli dei protagonisti che li
hanno ispirati ( una scena del film si può vedere nel blog nella
sezione" registi " ), e ci sembra di aver vissuto insieme a loro
le luminose giornate africane fra letteratura, musica , safari e
i racconti serali al tepore del camino. La verità è un po' più
controversa, ma il finale tragico purtroppo è lo stesso. Nel
1931 Finch muore in un incidente mentre è alla guida del suo
aereo e con lui si chiude per sempre il sogno africano della
Blixen. La piantagione è divorata dai debiti e per Karen non ci
sono più ragioni per combattere: in pochi giorni decide di
abbandonare tutto e tornare in Danimarca.
Ma nonostante le grandi difficoltà che ha dovuto superare, i
diciassette anni che la scrittrice ha trascorso in Africa sono
stati " unici e meravigliosi " perché qui ha trovato una
dimensione di vita selvaggia e primitiva che le ha permesso di
esprimersi in totale libertà :"Anche se con altri l' Africa è stata
più clemente, io credo fermamente di essere uno dei suoi figli
prediletti. Un gran mondo di poesia mi si è dischiuso quaggiù,
mi ha fatta entrare, e io l'ho amato".
Anni dopo i suoi romanzi saranno accusati di razzismo per i
toni paternalistici e naif con cui Karen descrive il suo rapporto
con gli indigeni: in realtà i suoi sentimenti erano sinceri e
appassionati e vanno inquadrati storicamente, oltre che sotto
una sorta di luce romantica.
" Ho guardato i leoni negli occhi e ho dormito sotto la Croce
del Sud; ho visto le gradi praterie in fiamme e le ho viste
coperte di tenera erba verde dopo la pioggia; sono stata amica
di Somali, Kikuyu e Masai, e credo che la mia casa sia stata
un rifugio per i viandanti e i malati, e per gli indigeni il nucleo
di uno spirito amichevole".
La casa di Karen, abbandonato il Kenya, sarà di nuovo la
gelida campagna di Rungsted:i cieli sconfinati sotto le pianure
di Ngong appartengono ormai al passato, ma ritrova il mare
della sua infanzia : " La cura per ogni cosa è l'acqua salata:
sudore, lacrime o il mare ". La grande forza di questa donna
è stata quella di riuscire a reinventarsi a ogni fase della vita,
trasformando i rovesci in nuovi capitoli del suo destino.
Non a caso un altro dei suoi celebri motti era: " Perché no?"
(…)
Serena Dandini da Il catalogo delle donne valorose
una storia intensa e l'amore forte per un paese che le entra nel cuore fin nel midollo pur non essendo il suo, in questo riconosco il mio per il Giappone, una passione che ti avvolge con forza e ti conduce lontano dalle tue radici e dalla tua cultura...
RispondiEliminaPuoi anche prendere visione di una scena molto esplicativa di questo grande ma controverso sentimento nella sezione " registi "
RispondiEliminaGrazie per la visita.