Portami con te, fammi seccare tra le pagine di un libro...
III
Ci si innamora soltanto d'inverno.
Lontani dall'esuberanza
dei profumi, dall'abbaglio
volgare dei colori, come è stato
con te: qualcosa che cresce nascosto
dentro la terra, quando fuori
tutto sembra morto.
VIII
Dite al pallottoliere
che un altro giorno finisce. Da sotto
il letto già mi rimbrotta: sostiene
che sarebbe più giusto
averti qui, se il dolce
che previene l'amaro
mi fa amara la bocca.
Poi dice che gli manchi.
X
Penso a quando ti metti quel pigiama
verde coi funghi che divoro. Poi
dormo tutta la notte, con le labbra
cosparse di veleno.
XII
Mi ti arrampichi addosso
come una vite sul palo.
In estate viviamo
le nostre giornate più belle:
a te un sostegno che regga
il peso dello zucchero che cresce,
a me le foglie che avvolgono
l'odore viola dei baci.
XIII
Dici: che belle sono queste carezze.
E non capisci che in realtà
sto avvolgendo i fili del rocchetto,
perché se smetto di toccarti
e ti lascio andare, ho paura
di perdermi, volare via.
XIX
Quando l'autunno scuoterà i rami
bianche dei pioppi, non lasciarmi
ai bordi della strada.
Non lasciarmi tra i ciottoli,
le foglie melmose, le piccole
cose marce, nello scolo delle acque.
Portami con te, nel calore
di una casa, fammi seccare
tra le pagine di un libro.
Quando l'autunno spezzerà i rami
bianche dei pioppi, tu
sarai il fiore che spunta
dal taschino della mia giacca.
Riccardo Socci da La più difficile del mondo ( proprio come te )
C'è una pacatezza, in questi versi, un ritmo e un sapore di cose quotidiane che rasserena. Immagini delicate, talora quasi d'altri tempi, come quel "fammi seccare/tra le pagine di un libro". Affascinante.
RispondiEliminaGrazie!!
E' vero, ed è tanto più stupefacente questa maturità " leggera" se si considera la giovane età dell'autore.
RispondiEliminaQuesto libro ( che tra l'altro mi è personalmente caro ) potrei definirlo come " la costruzione " di un amore. ( E in questa sezione ho scelto i brani da trascrivere ).
Poi l'amore sfiorisce come un fiore sotto il troppo sole, si dissecca e muore ( come tutto ciò che è umano ).
Ma rimane la poesia.
E per tuo personale godimento, te ne trascrivo qui alcune dell'ultima parte ( di testo o di vita ? )
XXVI
Parlo di te mentre guido e una pioggia
di polline di pioppi
scende sul parabrezza.
Velocissima
come loro ti ho vista spuntare
e poi crescermi sopra
nel giro di poche stagioni.
Tempo fa, nel campo di casa
un albero è caduto
durante una tempesta.
Attendo ancora
prima di accendere la motosega:
preparerò la legna da bruciare
e dopo fuochi e altri fumi
per la tua vita
come l'hai chiesta: nuova.
XXX
Attraversi gridando con lo stormo
gli oceani, ad ali spiegate.
Hai l'abitudine di un nido a vita
in un posto soltanto
e il becco che migra nel mondo
alla prima gelata.
Sulla mia chioma
ritorneranno a schiudersi
i giorni che hai deposto, quando tu
sarai già andata. E arrivederci.
XXXVI
Se ancora vivi in carne,
se vivi in carne e ossa e non soltanto
nel flusso degli ioni tra le mie
sinapsi,il mondo è il luogo più banale
è il luogo più reale
è il luogo meno vero in cui cercarti;
se ancora vivi e cambi la tua vita
come io senza di te la mia.
XXXVII
Avrai mani bianchissime, le dita
scavate sulle guance
rigonfie dei nipoti.
Saranno trascorsi decenni
da questo pomeriggio che ti penso
nel vento che si addensa.
Da uno specchio tornerai, inseguendo
sciami di zanzare:
avrai mani dolcissime
e il profumo pungente
del nostro passato sul collo.
Questi versi li trovo molto leggeri e profondi al tempo stesso, con un linguaggio comprensibile a tutti...
RispondiEliminaQualche volta occorre tornare alla semplicità e alla freschezza dei " primi " sentimenti che, non per questo, mancano di spessore e di profondità.
RispondiEliminaE' come se l'anima avesse bisogno di alzarsi da terra, di giocare con le nuvole, di annusare il cielo...
Grazie ancora!!!
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