L' albero dei sogni ( Stefania Piras )
" Il sogno è una seconda vita. Non ho mai varcato senza tremare le
porte d'avorio o di corno che ci separano dal mondo invisibile.
i primi istanti del sonno sono l'immagine della morte: un
nebuloso torpore si impossessa del nostro pensiero e non
riusciamo a determinare l'istante preciso in cui l' Io, sotto altra
forma, continua l'opera dell'esistenza " ( G . de Nerval )
" Chi di notte - dormendo - sogna, conosce un genere di felicità
ignota nel mondo della veglia:una placida estasi e un riposo del
cuore che sono come il miele sulla lingua. Sa anche che la vera
bellezza dei sogni è la loro atmosfera di libertà infinita... Il
sognatore è un essere privilegiato, un uomo che non ha obblighi,
l'uomo per la cui ricchezza e il cui piacere sono chiamate a
raccolta tutte le cose " ( K. Blixen )
(...) Tra l'angoscia estrema della morte e la gioia suprema della
libertà, il maestoso grembo del sogno racchiude ogni emozione
dell'uomo. Nel provvisorio oltremondo che ospita colui che
sogna, prende corpo il paradosso di un'esperienza che si
oppone alla realtà - e che è essa stessa una realtà.
All'arco sincronico, " orizzontale " di questo immenso serbatoio
interiore, corrisponde il tracciato diacronico, " verticale" della
storia del sogno. Una lunga serie di secoli è trascorsa da
quando il poeta dell' Iliade concentrò lo spasimo della corsa di
Achille ed Ettore intorno alle mura di Troia nella figura onirica
di un inseguimento senza fine - ma l'incubo di un traguardo
tanto inevitabile quanto irraggiungibile segna il destino
di morte che attende l'eroe troiano. D' altra parte, alla
fine della civiltà greca, Sinesio sapeva che " nessun tiranno può
evitare ai suoi sudditi di sognare ", poiché nella mente di chi
sogna perdura la traccia di una libertà insopprimibile,
primordiale come l'aspirazione di ogni uomo alla felicità.
Lungo le vie del sogno, dove si intrecciano le infinite variazioni
di un sistema di costanti che congiunge Omero e Nerval e
Sinesio alla Blixen, corre una delle storie possibili della mente
umana. E' forse la storia più fedele e veritiera dell'individuo,
che disvela la condizione umana fuori dalle barriere del vivere
sociale: come afferma Eraclito :" Ai desti appartiene un mondo
unico e comune; ma chiunque dorme si ritira in un mondo
proprio".
Alla natura del sogno appartiene un'impronta genetica e
storica: ma esso è anche soprattutto la memoria dell'individuo,
che permane oltre le cancellazioni imposte dalla necessità di
selezionare le esperienze per sopravvivere agli ingorghi della
realtà.L' energia della personalità scavalca nella drammaturgia
onirica le funzioni della prassi, con una sorta di tracotanza
benefica. Dagli antri più remoti dell'anima, dove si forma la
percezione dell'esistere individuale, si dirama un apparato di
segni che configurano questo suono archetipo ad immagine
delle strutture dell'universo fisico e della società umana - e
mettono in scena il teatro del sogno, all'incrocio fra allegoria e
realismo. (...)
Prefazione di Dario Del Corno a Breve storia del sogno
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