lunedì 4 dicembre 2017
IL DOPPIO SGUARDO DI SOPHIA ( L'eterno femminino e il diavolo ) 4
(...) Ammesso che sia possibile rimandare la morte fino ad un certo
punto, e ammesso e non concesso che sia sempre desiderabile,
alla morte non sfuggiamo,nè alla vecchiaia più o meno ben
camuffata dai potenti strumenti della scienza e della tecnica.
A quanto pare è l'unica certezza che abbiamo, a dispetto delle
promesse di evoluzione senza fine che piovono da tutte le parti.
Il piccolo Io, per quanto superspecializzato, non potrà mai
aspirare all'eternità che solo l'anima conosce e trattiene in sé
quale memoria dell' Eden delle origini e speranza dell' Eden
dell'oltre.Per la coscienza laica che non deborda mai dai
confini dell' Io, cioè non sogna, non si innamora, non ricorda,
non frequenta la soglia tra la terraferma e il grande mare dove
cantano le sirene, queste cose appaiono assurde tanto quanto
appaiono assurde le certezze dell' Io a chi frequenta la soglia
e sente risuonare in sé il canto dell'anima sovrapersonale che
si leva fascinoso in quel quid non misurabile che proprio tutte
le misurazioni della scienza e della tecnica consegnano alla
dissolvenza.
Per quanto ne sappiamo, l'immortalità sta solo nelle opere che
travalicano il tempo e lo spazio e la cui aurea sovrapersonale
si trasmette di generazione in generazione al di là dei limiti
dell' Io dei loro autori. Certo anche le brutte opere si
trasmettono nel tempo e si stratificano nella memoria
sovrapersonale. Siamo ad un punto critico della Storia: la
caduta di interesse per la Bellezza e per la cultura, e sopra
tutto la caduta di coscienza morale, tolgono il respiro. Se il
doppio sguardo dell'eterno femminino non perforerà la gabbia
di unilateralità che sta imprigionando l' Io, guarderemo al
mondo con occhi sbarrati e ci parrà di non avere più destino.
(...)
Carla Stroppa da Il doppio sguardo di Sophia ( L'eterno femminino e il diavolo )
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