lunedì 28 agosto 2017
REATO DI VITA ( Alda Merini ) 4
PADRE TUROLDO
(...) David Maria Turoldo, al quale ho dedicato varie poesie, come
me fu un avido sognatore. La sua figura mi ha sempre
entusiasmata, ma anche intimorita. Fu chiaro il distacco netto
che aveva dal peccato, come poteva averlo un blasonato
rispetto ad un qualsiasi cencio. Clamoroso in se stesso, David
amò fino allo spasimo la sua " conversione " religiosa" e fu
anche accusato di violenza verbale. La violenza verbale che -
in termini aulici - si chiama oratoria, probabilmente non
piacque alla chiesa, ma l'anima non può ribellarsi ad un certo
tipo di potere?
Turoldo era un uomo secondo me bellissimo, ma non nel senso
classico della parola. Era un innovatore, in un certo senso un
secolare convinto. Imperava con De Piaz, suo stretto
collaboratore e i suoi molti discepoli culturali alla Corsia dei
Servi, che fu anche un mio punto di incontri. Cenacolo di aiuti
spirituali e morali, di positivi insegnamenti evangelici e
soprattutto di cultura, era anche ricettacolo di belle dame.
Voglio ricordare una cosa che ancora oggi mi stringe il cuore:
dopo vari miei tentativi di piegare David a sentirsi santo, quel
mio continuo chiedergli grazia, finì per irritarlo. Non voleva
assolutamente essere considerato un uomo diseguale, diverso.
Difatti scrisse Gli ultimi , una delle sue opere più dolorose,
ma anche più umane.
Al Costanzo Show parlai di David rispetto all'eutanasia. Egli
l'aveva invocata, ma la Chiesa gliel'aveva rifiutata, perché non
si può intervenire sulla volontà divina. Ci sono momenti di
così grande dolore nei quali il poeta vuole fare giustizia di se
stesso, anche rispetto alla vita. Forse nessuno ha capito che
David era ansioso di raggiungere il suo Dio, come tutti i
santi che buttano via la scoria umana per diventare solo
anima. Turoldo, miracolo di vita, si spense - non ricordo
esattamente dove e quando - ma so che lasciai la mia casa e
corsi a vederlo ormai devastato dal male. Quel giorno
spericolato di assoluto amore per lui e per la sua poesia,
scivolai malamente per le scale per fare in fretta e mi feci male:
fu forse questo il primo miracolo di David?
Rimasi con Scheiwiller e uno stuolo immenso di fedeli sul
sagrato ad attendere l'arrivo del cardinale per più di due ore,
con quell'insopportabile dolenzia e con un freddo terribile.
Persino i cavalli imbizzarrirono per il freddo. (...)
Alda Merini da Reato di vita ( Autobiografia e poesia )
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