mercoledì 9 agosto 2017
LE PAROLE CHE CI SALVANO 4
LA SPERANZA 1
(...) Fragile è anche la speranza, che non vive nel presente, ma del
futuro che ancora non c'è, e tuttavia questa sua fragilità, questa
sua dipendenza da un futuro che non c'è, è fonte di riflessioni
senza fine.
Come non citare, sul mistero della speranza, le sfolgoranti
parole di Blaise Pascal? : " Non pensiamo quasi mai al
presente, o se ci pensiamo è solo per prendere la luce con cui
predisporre l'avvenire. Il passato e il presente sono i nostri
mezzi: solo l'avvenire è il nostro fine. Così noi non mai viviamo
ma speriamo di vivere, e preparandoci sempre ad essere felici,
inevitabilmente non lo siamo mai. "
Quando speriamo, quando in noi nasce la speranza, ne
avvertiamo la fragilità, la vulnerabilità e l'apparente
inconsistenza, ma nondimeno, la speranza ha una sua durata e
una tenuta psicologica e umana che sono in flagrante
contraddizione con la sua fragilità. ( Ci sono esperienze, ci
sono cose nella vita che sembrano fragili e non lo sono e altre
che sono fragili e non sembrano esserlo ).
Ma vorrei ora citare Friedrich Nietzsche e le sue straordinarie
parole sulla speranza : " La speranza è l'arcobaleno gettato al
di sopra del ruscello precipitoso e repentino della vita,
inghiottito centinaia di volte dalla spuma e sempre di nuovo
ricomponentesi: continuamente lo supera con delicata bella
temerarietà, proprio là dove rumoreggia più selvaggiamente
e pericolosamente".
La fragilità e la friabilità della speranza si manifestano
emblematicamente in ogni condizione depressiva che non sia
malinconia . Le parole, lacerate dalla disperazione e dall'
angoscia di Maria Teresa, una giovane paziente, manifestano
la fragilità della speranza che muore sulla soglia di un morire
anelato:" Non ho niente a cui aggrapparmi. Non c'è più niente
che mi dia un senso. Mi sento disperata: almeno piangessi, non
riesco a piangere. Sento che non riuscirei a suicidarmi ma è
questo a rendere ancora più profonda la mia sofferenza. Se
potessi sperare nel suicidio, se potessi contare su una morte
così vicina, se potessi scegliere la mia morte, sopporterei
meglio questa terribile sofferenza perché ne conoscerei la fine.
Non ho la speranza della morte. Non ho questa speranza. Non
ho più alcuna speranza". (...)
Eugenio Borgna da Le parole che ci salvano
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