martedì 29 agosto 2017
IL MISTERO DELLE COSE 2
(...) La memoria dell'oggetto è necessaria, ma solo per lasciare
andare l'oggetto al suo destino. E' l'incorporazione simbolica
dell'oggetto che rende possibile la percezione della sua
radicale assenza. La rievocazione psichica dell'oggetto
pretende tempo e dolore, esercizio della memoria, ma solo per
permettere al soggetto di assumersi realmente l'assenza
irreversibile dell'oggetto. Questa memoria, ossia la memoria
del lutto, insegue uno scopo paradossale: vuole ricordare e ,
al tempo stesso, dimenticare . Al culmine dell'opera della
memoria - del ricordo che restituisce una consistenza all'
oggetto che non è più con noi - per Freud deve realizzarsi in
una specie di oblio dell'oggetto che concede una nuova
possibilità alla vita districandola dall'ombra dell'oggetto
perduto. E' questo il paradosso interno alla
concezione freudiana del lutto : il supplizio della
memoria deve venire a conoscenza, nel suo punto più estremo,
di un tempo di oblio, di una dimenticanza felice che non
estromette la memoria - non corrisponde alla semplice
rimozione di ciò che è doloroso ricordare - ma è un prodotto
fecondo della memoria che permette di arrestare la ripetizione
silenziosa del suo agire malinconico . (...)
Massimo Recalcati da Il mistero delle cose
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