Correremo via insieme, non ci sentiremo più male...( Fuera de mi )
Avevano l'altezza che ha l'arbusto
del mirto nero e stretto contro il muro,
camminavano insieme, egli robusto
il corpo, il volto soleggiato e duro,
ella infiammata e ondata da uno scialle
nel dolce portamento delle spalle.
Ora tra i muri o al più lontano prato
o in altra parte non li puoi trovare,
nemmeno discendendo fino al mare.
Fuori del luogo dove il tempo è stato
nessun ricordo si vede o si tocca.
Non c'è più fiato in loro, non c'è bocca.
Erano lì dove il mirto ha fiore.
Più meraviglia morte che l'amore.
Agostino Richelmy da Poesia del disgelo
Ha il tono e il ritmo di un'antica ballata questa bella poesia, come raccontasse una vicenda fiabesca o leggendaria...
RispondiEliminaE il verso finale suona quasi come una sorta di morale della favola, ma senza pesantezza nè dolore.
Grazie!!!
L'autore - purtroppo - di dolore ne patì tanto nella parte finale della sua lunga vita, tanto che la morte sua ( e quella della moglie tanto amata ) fu volutamente tragica. Conoscendo questa circostanza, a me questa poesia è parsa quasi premonitrice di ciò che sarebbe accaduto e allora mi sento come assalire da vago sgomento.
RispondiEliminaMa non posso dimenticare che fu un galantuomo d'altri tempi, e così voglio qui ricordarlo e rendergli il dovuto omaggio: persona come ormai non ne esistono più, nonché fine poeta e traduttore specialmente dei classici latini. Per la sua opera culturale, silenziosa e instancabile, ebbe il plauso - tra gli altri - di Montale.